DA LATERZA A KOSZALIN IN POLONIA. STORIA DI UN SOLDATO.
Antonio Calabria, 88 anni, fratello del disperso Giuseppe.. |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 28 GIUGNO 2015
di Nicola NATALE
A ottantotto
anni, Vitantonio Calabria, ha la compattezza di una quercia.
E alla fine è lui
ad aver riconosciuto il fratello Giuseppe Calabria nelle foto gentilmente
fornite dal museo di Koszalin in Polonia.
Il soldato Giuseppe riuscì a tornare
per una breve licenza nel marzo del 1943 per riabbracciare la sua famiglia ed i
suoi cari. Fu l’ultimo volta che lo vide dopo averlo visto partire quando era adolescente.
La curiosità è viva nell’uomo che troviamo intento a farsi una
partita a carte con un suo amico.
I ricordi riemergono nitidi, come se una
vicenda che a tutti sembra uscita dai libri di storia fosse ancora
presentissima.
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Giuseppe Calabria, disperso in guerra. I suoi resti sono stati ritrovati a Koszalin in Polonia 56 anni dopo. |
E' lui a ricordare le ultime notizie che riguardano il fratello Giuseppe.
Un suo commilitone di Matera, ormai deceduto, andò a trovarlo a Laterza proprio per informare la famiglia.
Giuseppe lavorava come civile presso una
famiglia di Koszalin ma, al contrario del suo amico, non tornava la sera nel
campo di concentramento. A lui era concesso di dormire presso quella stessa
famiglia.
Il 5 marzo del 1945 fu l’ultimo giorno in cui il soldato di
Matera vide Giuseppe. Il giorno dopo, con l’offensiva dei russi, non ne ebbe
più notizia e altrettanto la sua famiglia.
“Sperava di trovare mio fratello
qui, a casa mia ed invece non l’ha trovato” aggiunge il terzogenito rievocando
quella visita dell’ottobre del 1945.
Forte deve esser stato il legame dei due
soldati coinvolti in vicende così grandi e così tragiche.
Anche il sindaco di
Laterza Gianfranco Lopane ha voluto commentare il rinvenimento dei resti di
Giuseppe Calabria. Per il giovane primo cittadino “questa vicenda fa riemergere
la questione bellica in uno scenario contemporaneo molto critico nella sua
globalità”.
“Dovremo tutti ricordare” ha aggiunto “che uomini come i nostri
nonni hanno rischiato e perso tutto”.
“Oggi il compito delle istituzioni” ha concluso “è ridare una patria ed una identità a questo soldato, riconoscendone le sofferenze e l’amor patrio”.
“Oggi il compito delle istituzioni” ha concluso “è ridare una patria ed una identità a questo soldato, riconoscendone le sofferenze e l’amor patrio”.
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QUOTIDIANO DI PUGLIA 28 GIUGNO 2015 |
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