BENVENUTI A “CORRUPTIA”.
di Nicola NATALE
Rimane la
curiosità di sapere qual è la città denominata fittiziamente “Corruptia”.
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Don Rocco D'Ambrosio, Pontificia Università Gregoriana di Roma |
E’
questo infatti il nome dell’ultima fatica letteraria di don Rocco D’Ambrosio,
docente all’Università Gregoriana di Roma ed alla Scuola Superiore
dell’Amministrazione del Ministero dell’Interno, sempre nella capitale.
Nel
libro ci sono contributi importanti di vari viceprefetti attivi in tutta
Italia.
A stampare il libro “Edizioni la meridiana” assieme a “Cercasi un
fine”, organizzazione non lucrativa di utilità sociale attiva nel campo della
formazione politica.
L’opera, di 84 pagine, sarà nelle librerie dal 7 gennaio
ma già da ora è disponibile su vari siti come ad esempio lameridiana.it.
Quale il senso di un’ennesima opera
sulla corruzione? Ce lo svela lo stesso D’Ambrosio.
Alcuni ritengono la corruzione endemica. Può bastare un libro?
Non basta un libro, non bastano le
proteste dei cittadini, ci vuole l’impegno serio e diretto di tutte le
istituzioni.
La Chiesa, da portatrice del messaggio evangelico, è divenuta
stampella di certi poteri. Lo è ancora in certi ambiti?
La corruzione
viene spesso ritenuta dalla popolazione italiana un male necessario, che non si
può sconfiggere. Io sostengo il contrario.
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Corruptia, ultima opera di D'Ambrosio in collaborazione con alcuni viceprefetti. |
La questione ecologica sembra direttamente
connessa agli insegnamenti di san Francesco. Eppure in nome di questa si aprono
altre spese ed altre ruberie…..
Si calcola che
il 90% dei camion che trasportano spazzatura sia direttamente o indirettamente
connessi alla criminalità organizzata.
Non lo dico io, lo dicono le
associazioni che lottano contro le ecomafie.
Tuttavia ci sono bravissimi
sindaci che non divengono né conniventi, né complici con le varie ecomafie.
La
sensibilità dei cattolici su questo tema è molto bassa, quindi c’è molto lavoro
educativo da fare.
Si ha l’impressione che le forze dell’ordine siano al servizio di una
sola parte della società, quella più ricca.
E’ un’impressione sbagliata?
E’ un’impressione sbagliata?
Ho sentito molte
volte magistrati ed esponenti delle forze dell’ordine lamentarsi perché non
vedevano reazioni della c.d. società civile dopo le inchieste ed i processi.
Ma
come reagiscono le associazioni culturali, le comunità religiose nelle città in
cui si fanno queste inchieste?
Come è successo a Corruptia, che è una città
vera, italiana, la società civile non ha reagito.
Le opposizioni negli enti locali hanno
visto enormemente diminuiti i propri poteri per evitare l’ostruzionismo.
Si
limitano in alcuni casi a dissensi di facciata per poi sancire accordi
sottobanco e perpetuare la stessa politica quando finalmente divengono
maggioranza.
Questo è
terribilmente vero, l’abbiamo visto anche a Corruptia. Non è possibile mettere
in atto ruberie così enormi per quantità e settori coinvolti senza il silenzio
o addirittura la complicità delle opposizioni.
C’è speranza ancora in Italia, e soprattutto al Sud. O bisogna fuggire?
La speranza, non
solo non la dobbiamo perdere, ma c’è in Italia. La corruzione è più diffusa
nella classe politica nazionale che in quella locale. La partecipazione dei
cittadini è fondamentale.
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