MICHELE NELLI, L'ARTISTA LONTANO DAL MARKETING.
Michele Nelli, artista e docente di Ginosa (1954) |
di Nicola NATALE
Michele Nelli, come molti artisti, ha tratto grande ispirazione dalle donne.
“Sono
l’elemento forte della natura, per questo tendevo nelle mie opere quasi a contenerne
la forza con delle bande nere”.
Anche lui con una predisposizione naturale al
disegno aiutata poi dalla frequentazione dell’Accademia di belle arti di Lecce
che sviluppò il suo senso artistico con i temi propri degli anni ’70.
Quindi
rottura degli schemi figurativi classici, rielaborazione personale dei colori e
delle forme, il messaggio che deve essere trovato tramite interpretazioni che
possono essere anche molto diverse dal pensiero dell’autore.
Un carattere riservato
quello di Nelli, classe 1951, per nulla propenso alla dimensione commerciale
dell’arte.
Ciò ha consentito la sua semi-clandestinità artistica ed anche un rapporto viscerale con le sue opere.
Ciò ha consentito la sua semi-clandestinità artistica ed anche un rapporto viscerale con le sue opere.
Fino a quando, obbedendo alla natura eminentemente
pubblica dell’arte, sono venute a
galla le “acqueforti acquerellate” e le sue opere d’avanguardia.
Opere create
anche durante i tanti anni di insegnamento del giovane professor Nelli nelle città del nord.
L’opera artistica di
Nelli è fatica e tecnica, ripensamenti e miglioramenti, fino a quando gli diventa
difficile distaccarsi dalle sue realizzazioni.
Un artista completo deve però, a suo
avviso, cimentarsi con la scultura e con altre forme espressive.
Per
questo sono tanti i materiali che utilizza: legno, materie sintetiche per
alcune sue sculture, rame per il calco delle sue stampe, tela dei sacchi di grano che portano impressa la
storia della casa dove Nelli attualmente vive.
Una casa moderna, in via
Matteotti, che agli inizi del 1900 era un magazzino granario come testimoniano
alcune chianche (notevoli) del complesso.
Negli ultimi tempi il suo messaggio e
la sua opera si è come alleggerita lasciandosi dietro gli aspetti problematici
dell’esistenza, pur non discostandosi dall’espressione concettuale.
Libere di, libere da, una delle opere più recenti di Nelli. |
Ne è un esempio
l’ultimo quadro "Libere di, libere da” che, sempre tenendo ferma la figura
dell’ovale, rappresenta donne che escono dalla dimensione uniformante degli uffici con l’architettura razionalista e minimalista che imprigiona.
Dalla quale sfibrate, ma finalmente libere, le donne possono uscire.
Dalla quale sfibrate, ma finalmente libere, le donne possono uscire.
E’ solo l’ultima di una
produzione copiosa in parte esposta nel suo laboratorio, che contiene anche gli scambi di una vita di frequenti contatti
artistici con nomi poi diventati famosi nel mondo dell’arte.
Una citazione
meritano le “acqueforti acquerellate” in massima parte create a metà degli anni
’90.
Qui è Ginosa che emerge con la bellezza dei suoi scorci classici molte
volte rovinata dalle aggiunte architettoniche di questi ultimi anni.
Le stampe
riprodotte con il torchio raffiguranti piazza Nusco, la Casermetta dei Francesi,
piazza Plebiscito, via Calvario mostrano il nitore e la bellezza della Ginosa
che fu.
E’ anche a questo che serve l’arte: contiene in sé la bellezza che ci
lasciamo sfuggire.
Michele Nelli, una delle sue acqueforti del 1995. |
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