PALAGIANO, LA NOSTRA COSTA BLOCCATA, IL SINDACO CI ASCOLTI.

Palagiano - la foce del fiume Lenne

QUOTIDIANO DI PUGLIA 18 GIUGNO 2014
di Nicola NATALE
La battaglia per lo sviluppo economico si combatte sul mare, anche su quello di Palagiano. 
A chiedere con forza un cambio di passo al sindaco Gaetano Tarasco è un gruppo di associazioni e consorzi locali a cui si è unita anche la voce del consigliere regionale Antonio Martucci.
Non è più comprensibile e giustificabile il blocco di qualsiasi iniziativa imprenditoriale in atto sul litorale” scrivono firmandosi l’associazione pescatori di Palagiano, Giovanni Angelillo proprietario dell’ex casello f20, Michele Casulli responsabile del complesso Pino di Lenne ed infine i presidenti del consorzio Terre d’A….mare Pasquale Notarstefano, della cooperativa “Antonio Segni” Vito Pontassuglia. 
Pino di Lenne
In pratica si chiede che nel tratto che va dalla foce del fiume Lato a a quella del fiume Lenne, una porzione di spiaggia arricchita da una foltissima pineta, si possano consentire installazioni di chioschi, punti di ristoro e parcheggi attrezzati. 
Non possiamo essere condannati all’abulia, mentre il resto della costa si attrezza per fare turismo” scrive il gruppo di cittadini. 
Anche perché aggiungono “tali attività sono consentite in altri comuni e non si capisce perché vengano vietate a Palagiano”. 
A cominciare dal “rimessaggio barche alla foce del fiume Galaso a Marina di Ginosa e a Castellaneta Marina, agevolato anche dai frequenti dragaggi per consentire l’ormeggio delle imbarcazioni leggere e il miglior deflusso delle acque” per finire ai parcheggi annessi agli stabilimenti balneari. 
E’ del tutto evidente che tali parcheggi “sono stati predisposti spianando le dune costiere mentre nei pressi del Lenne si contesta il semplice transito di un trattore” anche quando con questo si fanno “lavori regolarmente autorizzati ed addirittura sostenuti da finanziamenti della Ue approvati dalla regione Puglia”. 
Il sindaco di Palagiano Antonio Tarasco,
eletto a maggio del 2012
Non si ferma qui la denuncia dei palagianesi che fanno notare come “mentre nei comuni limitrofi o comunque vicini si cementificano cospicue aree costiere, ai palagianesi non è consentito nemmeno l’utilizzo dell’area di accesso ai propri terreni litorali”. 
Insomma dicono a Palagiano “non è possibile fare ciò che altrove è stato ed è tuttora possibile” quindi una netta discriminazione di trattamento. 
Sia pure in un’area attentamente considerata nel piano paesaggistico regionale. 
Questo però, concludono coloro che si battono per uno sviluppo turistico anche come opportunità di lavoro per i giovani, non significa “assistere passivamente allo spettacolo di un ente locale ostaggio di impennate pseudo-ambientalistiche che partono dalla presunzione di qualcuno di essere il depositario del verbo su queste tematiche”.
Chi ha orecchie per intendere, intenda sembrano dire da Palagiano specificando che “il rispetto e la tutela dei beni ambientali sono anche nostri valori che possono coesistere con una valorizzazione e fruizione intelligente e non invasiva”. E ricordando comunque che ciò che si può o non può fare compete ai soggetti istituzionali competenti. Per questo lanciano un appello pubblico al sindaco eletto nel maggio del 2012 e lo invitano ad un incontro: “possiamo giungere ad un intesa”. 

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