RESSA: “NON VEDO BOSS A PALAGIANO”. Contrastare il disagio unendo le forze.
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Rocco Ressa, sindaco di Palagiano dal 2000 al 2012 |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 20 MARZO 2014
di Nicola Natale
L’eco nazionale della
strage mette in subbuglio Palagiano. E il dolore di tutti che si appunta specialmente
sulla perdita del piccolo Domenico deve fare i conti con il significato
profondo della strage.
Che ha punito chi portava il nome del braccio destro del
boss Domenico Attorre e lasciato illesi gli altri due figli dell’uomo.
Casualità, miracoloso errore dei sicari? Saranno le indagini a tentare di
appurarlo. Il gravissimo fatto di sangue riporta tragicamente d’attualità il
tema della droga. E del potere tremendo che promana da chi ha il controllo di
quel traffico. Dicono in paese che l’eccidio di Palagiano non si inscrive nello
scacchiere della criminalità locale. Questa la tesi che comincia a circolare
dopo lo choc emotivo. Uno choc solo attutito dal rinvio del tradizionale falò
di san Giuseppe e dalla manifestazione regionale di Libera contro la violenza
mafiosa organizzata per lunedì prossimo 24 marzo fin dal mattino.
Nel paese delle clementine arriverà
don Luigi Ciotti per spronare tutti alla “indignazione non virtuale”.
In tutto
questo Quotidiano ha voluto sentire anche Rocco Ressa, sindaco di Palagiano dal
2000 al 2012.
Palagiano, epicentro della criminalità
organizzata?
Non secondo me.
Che ci sia a Palagiano come in altri comuni del tarantino, manovalanza per
disegni criminosi più ampi è un fatto. Ma qui non ci sono capi.
C’è consenso sociale alla criminalità in
qualche strato sociale disagiato?

Quindi le ragioni dell’eccidio vanno
ricercate altrove?
Credo che la
criminalità organizzata non locale, quella che decide, sfrutti il disagio e la
povertà presenti a Palagiano, in sacche storiche peraltro. Non c’è una rete di
solidarietà attorno ai giovani, ai giovanissimi ed a chi non lavora. L’universo
dei disoccupati, e non solo a Palagiano, è lasciato solo. Se il Comune volesse
assumere un assistente sociale o uno psicologo in più non potrebbe farlo. Non
che questo risolva il problema, ma certo manca la sinergia tra i diversi enti
che del disagio a diverso titolo si occupano.
Cosa si potrebbe fare, cessata l’emozione
del momento?
La colpa non è
di chiesa, comune, scuola, ma nella mancanza di una strategia d’insieme, di
reti più forti. Il disagio cresce ed è solo, penso soprattutto alla condizione
di questa donna che ha perso la vita e di cui non è colpevole nessuno. Tranne
che della rete che non esiste. Di questo vuoto approfittano altri.
Si è parlato molto di traffico di
stupefacenti, poco di chi li consuma…
Non è il consumo
locale che fa storia. Ci saranno sicuramente molti consumatori a Palagiano di
hashish, marijuana. Tuttavia un omicidio come questo non può inserirsi
nell’alveo di una piccola comunità. Quanto può valere il “mercato” di Palagiano
per giustificare una strage simile? Io non vedo boss a Palagiano.
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