PALAGIANO. LE REAZIONI DOPO LA STRAGE.

PALAGIANO (Taranto)

QUOTIDIANO DI PUGLIA 19 MARZO 2014
di Nicola NATALE
Un paese sotto choc, che conosceva benissimo le tre vittime dell’agguato della scorsa notte.  Gli oltre sedicimila abitanti di Palagiano, altrimenti famoso per i suoi mandarini clementine e per la comunità montana a livello del mare, intuivano che qualcosa di grosso sarebbe successo. 
Perché non era solo Cosimo Orlando detto Mimmo, l’unico pregiudicato locale in stato di semilibertà. Altri pregiudicati per effetto di vari provvedimenti erano e sono sempre più spesso in giro, dando così la sensazione che la criminalità locale, scontate o ridotte le pene, si stesse riorganizzando. 
Si temono ora le conseguenze di quest’atto che potrebbe essere l’inizio di una guerra senza esclusione di colpi per il controllo delle principali piazze di spaccio di stupefacenti nel versante occidentale della provincia. Questa la pista più accreditata, anche se gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi sul movente. 
La convinzione, comune in paese e in provincia, è che le donne ed i bambini non possono essere oggetto di vendette e regolamenti di conti, anche se qualcuno fa notare icasticamente: “perché i grandi sì?”. 
Di fatto nel versante jonico della provincia non si sono mai formate “tradizioni” malavitose, poiché sempre puntualmente sventate dalle forze dell’ordine. 
Ma nessuno avrebbe mai immaginato un conflitto così pesante tutto giocato, a quanto sembra,  attorno al controllo dello spaccio di stupefacenti. Con il commando di fuoco che non si è fermato nemmeno di fronte a tre minori. 
La scena del triplice omicidio sulla 106 dir. (fonte avvenire)
All’inizio a Palagiano avevano pensato addirittura ad un incidente sulla statale 106, poi invece i contorni della tragedia si sono fatti chiari, tracimando subito sul web e raccogliendo ondate di pareri e di nastri neri. 
In una massa informe che fa annegare la tragedia nell’oceano di conversazione telematiche che toccano tutti i tasti. 
Dal sociologicamente corretto al politicamente scorretto, senza tralasciare l’ironia pungente sull’”alluvione di latte” cui si daranno “politicanti ed eletti di turno”. 
Tutto questo mentre volanti e sirene spiegate attraversavano la notte di Palagiano, ignara di essere ancora una volta ribaltata alla cronaca nazionale che senza mezzi termini parla come fa rai24news di “strage di mafia”. 
Nessuno pensava però che si potesse giungere a tanto, con la paura che inizia a serpeggiare negli animi più sensibili, timorosi di trovarsi in mezzo ad una nuova esplosione di violenza. Tutte cose che non aiutano l’immagine di Palagiano, per cui si immaginava un futuro certo diverso da quello di crocevia di traffico di sostanze illecite e di tragici fatti di sangue. 
L’annuncio dei 60 uomini in più quindi raggiunge il suo obiettivo solo in parte poiché la sensazione “è quella di trovarsi in mezzo ad una vera spartizione del territorio”.
Una spartizione che non riguarderebbe la sola Palagiano ma la possibilità di muoversi all’interno del territorio, di rifornire senza interferenze (e senza concorrenza) il ricco mercato della provincia jonica. 
A meno che, come in un gioco di specchi, la realtà sia molto più complicata. 
Un rebus che solo magistratura e forze dell’ordine possono sciogliere, impedendo l’instaurarsi di potentati economici capaci di infiltrare l’economia regolare e la politica. E lasciare a terra esangui due giovani vite.

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