CASTELLANETA MARINA, UNA MATTINA DI ORDINARIA FOLLIA.
L'interno della discoteca cromie |
di Nicola NATALE
Ci vuol poco a
distruggere l’immagine di un posto.
L’agguato subito ieri mattina da Marco
D’Andria (26 anni) e Giuseppe Saluto (25 anni), entrambi di Taranto rientra
nella casistica.
E con posto non si deve intendere la discoteca cromie dove la
sparatoria è avvenuta intorno alle sette e quindici di ieri mattina. Con posto
si deve intendere un magnifico litorale, quello di Castellaneta, che rischia di
essere classificato negativamente per il divertimento notturno.
Persino le
bacheche dei ragazzi più fighi e spavaldi ospitavano ieri giudizi negativi, che
potrebbero ottenere il deprecato effetto di buttare il bambino con l’acqua
sporca. Perché se anche a molti l’idea di passare una notte in discoteca fa
semplicemente venire gli incubi, ad una discreta parte di popolazione, soprattutto
quella giovane, quel divertimento piace.
E sarebbe uno sbaglio non poter vivere
la notte in libertà, magari andando a ballare fino all’alba. Ma tutto questo
deve poter esser fatto in sicurezza. La notte non può essere quella medioevale
in cui si può essere rapinati da malfattori e uccisi da banditi. O ancora
avvicinati da tizi che ti vendono sostanze che danno dipendenza.
Uno degli articoli dedicati dal Quotidiano di Puglia al grave fatto di cronaca accaduto al cromie. 10 marzo 2014 |
Il puro
divertimento era con tutta probabilità quello che cercavano i due giovani e chi
era con loro. Cosa si può chiedere di più ad una discoteca, pur molto nota come
quella del cromie, se non divertimento ed evasione dalla routine quotidiana?
Ed
allora via verso la provincia dove la vita è più rilassata ed in genere meno
pulp.
I due invece, secondo alcune ricostruzioni, sono stati costretti ad abbandonare il locale proprio per una
rissa scoppiata all’interno della discoteca.
Una rissa su cui i carabinieri del
nucleo investigativo di Taranto guidato dal capitano Fabio Bianco stanno indagando
per capirne appieno le dinamiche.
Ma andarsene via non è bastato a Marco e
Giuseppe, per uscire indenni da una serata di ordinaria follia. Una volta
messisi in macchina, sono stati speronati da un’altra auto.
La loro auto si è
bloccata, scatenando la sorpresa atterrita di tutti gli occupanti, moglie di
D’Andria compresa.
Quello che è seguito dopo ha riempito in men che non si dica
le cronache di tutte le redazioni di Taranto e provincia perché dall’altra
auto, come in una riedizione di un film di Tarantino, un quasi omicida ha
scaricato su di loro numerosi colpi di pistola.
Molti colpi, quasi tutti andati a segno
sparati da una calibro nove, che hanno lasciato illesa la moglie di D’Andria. Il
tutto avvenuto sotto gli occhi di tanti giovani che a quell’ora ancora non se la
sentivano di far ritorno alle loro case, con l’ansia di vita tipica di
quell’età. Chi ha visto la scena non la dimenticherà per un pezzo. Poi il quasi
killer è fuggito via con un’auto forse aiutato da un complice.
Bisognerà capire
ora perché.
Anche alla luce del fatto che i due giovani, ricoverati uno al
Santissima Annunziata e l’altro a Castellaneta, sono “incensurati ed estranei
ad ambienti criminali”.
Sta nella risposta precisa a queste domanda la chiave
di tutto l’episodio e del carattere che vogliamo dare alla vita notturna sul
litorale jonico tarantino.
Quello accaduto ieri a Castellaneta non è un mero
fatto di cronaca, piuttosto qualcosa che costringe a pensare a che senso e
direzione stanno prendendo le vite di molti.
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