POST ALLUVIONE. DA NIGRO (COLDIRETTI) UN APPELLO DIROMPENTE: “ISOLA VERDE CONSORZIO E FORESTALI SI DIANO DA FARE”.


QUOTIDIANO DI PUGLIA 27 FEBBRAIO 2014
di Nicola NATALE
Quattro comuni prima sott’acqua, poi all’asciutto (di fondi). 
E’ la storia di Ginosa, Laterza, Castellaneta e Palagianello danneggiati in diversa misura dall’alluvione del 7 ed 8 ottobre del 2013 che costò la vita a Rosella Pignalosa, Chiara Moramarco, Giuseppe Bari e Pino Bianculli ed ha lasciato immensi danni sul territorio. 
Laterza, la conferenza sulla sicurezza del territorio del 21 febbraio 2014.
Da sx Michele Labalestra, sindaco di Palagianello, Gianfranco Lopane, sindaco di Laterza, on. Filippo Bubbico, Paolo Nigro presidente gal luoghi del mito, Luca Limongelli commissario delegato all'emergenza, Gianrocco De Marinis assessore agricoltura di Castellaneta.
Danni che in una recente conferenza (21 febbraio) tenutasi presso la sala della cavallerizza del palazzo marchesale di Laterza sono stati quantificati in circa cinquanta milioni di euro, mentre sono ancora bloccati i sette milioni di euro stanziati per la calamità naturale.
Ma da Paolo Nigro, presidente del gruppo di azione locale “luoghi del mito”, è venuto un secco invito ad utilizzare meglio le risorse locali, a partire da quelle regionali per arrivare a quelle comunali. 
Nel mirino dello storico dirigente coldiretti sono entrate Taranto isola verde, la società partecipata dall’amministrazione provinciale di Taranto e da Italia lavoro e il consorzio di bonifica Stornara e Tara, ente operativo della regione Puglia. 
Paolo Nigro
presidente del gal "luoghi del mito" e dirigente coldiretti
Abbiamo 500 dipendenti per isola verde (n.d.r. in realtà sarebbero secondo dati del 2008, 289), 500 stipendi, risorse umane che potremmo utilizzare nell’immediato per risolvere le urgenze determinatesi, prima tra tutte la pulizia delle strade dai fanghi che invece abbiamo affidato a ditte esterne con grave spreco di risorse”. 
Questa la proposta indirizzata al commissario delegato alla gestione della calamità, il funzionario regionale Luca Limongelli. 
Ma Nigro è andato anche oltre la prima “riflessione”: “il consorzio di bonifica stornara e tara ha 60 dipendenti (n.d.c.65) la regione spende per pagare gli stipendi, ma di questi 60 una decina sono generali, poi ci sono i sotto generali e i soldati neanche uno”. 
Gli applausi scrosciano in sala. Il presidente del gal si è chiesto se in quei giorni e nell’emergenza ancora presente non si sarebbe potuto adoperare “i mezzi in loro possesso, auto comprese che vedo sfrecciare sempre”. 
L’invito pressante è stato “a chiamare al tavolo della protezione civile, anche il consorzio di bonifica in quanto ente regionale strettamente collegato all’attività di regimentazione delle acque che deve collaborare con i comuni”. 
Per il presidente del gal nel “comitato di protezione civile devono esserci non solo le associazioni di volontariato, i sindaci e le autorità di bacino ma anche i consorzi di bonifica, i forestali, purché  si decida e si operi, senza veti dei sindacati”. 
Trasformare il debito che si ha verso questi enti in opportunità ridandogli operatività, che non è quella della comunicazione come abbiamo visto con i centri operativi comunali, ma dell’azione”.  
Chi deve intervenire sulle strade ridotte in condizioni pietose “é questo personale che paghiamo e ci vuole il coraggio di smontare tutte quelle norme sindacali che hanno viziato il sistema, se qualcuno pensa che ci salviamo perché lo stato interverrà non ha capito niente”. 
L’appello forte risuonato da Laterza è a considerare di rimettere in moto tutte le forze del pubblico impiego per riportare alla normalità il territorio dissestato. 
Alcuni dei lavori compiuti nei giorni immediatamente
successivi all'alluvione
Altrimenti ha concluso “la gente si ribellerà al sistema, ci sono persone che per ottocento, anche cinquecento euro farebbero il lavoro di quelli che ne prendono milledue”. 
"I sindaci di questa area che va da Massafra a Marina di Ginosa"  ha aggiunto "devono poter sapere di contare su una struttura che gli consenta di risolvere le emergenze quando si presentano, altrimenti si trasforma tutto in una macchina per appalti che consuma risorse che non si possono più spremere dai cittadini, ormai esausti"
Una stoccata non è mancata nemmeno ai consorzi di difesa delle produzione intensive per i quali la regione spende “quindici milioni di euro e che hanno le competenze per l’agrometereologia".
Quotidiano di Puglia del 27 febbraio 2014 - edizione di Taranto

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