NATUZZI/ MOMENTO DI PACIFICAZIONE A BARI. SI SCIOLGONO I PRESIDI.
LATERZA - L'entrata dello stabilimento Natuzzi. |
di Nicola NATALE
Si
allenta la pressione intorno agli stabilimenti Natuzzi.
I presidi intorno agli
stabilimenti di Laterza, Jesce e Santeramo sono rientrati anche in vista di un
gesto di distensione da parte del management.
Disposto a reincontrare i
sindacati in campo neutro, cioè all’assessorato al lavoro retto da Leo Caroli alle
undici come convenuto. A Bari però ci sarà anche una delegazione di lavoratori
per rendere chiaro il concetto che il criterio di applicazione della legge 223
del 1991 è sbagliato.
Salta pertanto la riunione prevista per oggi a Roma, che
doveva fissare il punto sull’attuazione dell’accordo del 10 ottobre scorso teso
a individuare gli oltre 1506 esuberi (ora ridottisi a circa 1296) e a garantire
l’avvio di nuove imprese per reimpiegare gli ex addetti Natuzzi.
Forse qualche
novità in più verrà dalle dichiarazioni dell’assessore regionale. E’
quest’ultimo insieme con la sua task force a seguire la pratica della riconversione produttiva. Attualmente sarebbero
solo due le imprese firmatarie di precisi accordi rispetto alle 36 imprese
interessate a sfruttare l’ormai famoso accordo di programma “arredo casa” da
101 milioni di euro. Anche qui ad
essere partito lancia in resta è il centro nord, con proposte che “dovrebbero
tradursi in progetti industriali definitivi nel campo del legno arredo, metalmeccanico
e agroalimentare”.
Al centro Antonello Zicari, rsu fillea cgil |
“Auspichiamo un cambio di passo e di metodo” dice Antonello Zicari, rsu fillea cgil
dello stabilimento di Laterza “con una fuoriuscita lenta dal posto di lavoro,
con la formazione e il rientro nelle new.co. che devono ancora tradursi in
realtà operative”.
Ma il nodo principale resta sempre la big list, la lista di
chi non resterà alle dipendenze di
Natuzzi ma entrerà in altre aziende.
“Noi rispettiamo l’accordo poiché
l’abbiamo firmato” aggiunge Zicari “ma i criteri devono essere applicati in
maniera equa, evitando situazioni estreme come marito e moglie che restano e
genitore di disabile monoreddito che esce, per capirci”.
Il nodo sta tutto nel
modo di intendere le esigenze tecnico-produttive.
Su questo si cimenteranno i
segretari regionali Silvano Penna (fillea cgil) Crescenzio Gallo (filca cisl) Salvatore Bevilacqua (feneal
uil) firmatari di un accordo che, pur contestato da molti, è sembrato l’unica
via d’uscita possibile rispetto allo spettro della mobilità.
Intanto però
l’ipotesi di un nuovo sciopero in mancanza del ritiro della lista così come
concepita in sede aziendale è tutt’altro che peregrina.
“Va trovato un modo
condiviso di arrivare alla cassa integrazione a zero ore, cercando di ridurre
al minimo il numero di lavoratori messi fuori, per questo continuiamo a
chiedere la rotazione, anche in vista dei nuovi ordini della re-vive” conclude
Zicari.
Commenti
Posta un commento