LATERZA IL SINDACO LOPANE: "PRONTO ALLO SCIOPERO DELLA FAME, INASCOLTATI GLI ENTI LOCALI".


Gianfranco Lopane,
sindaco di Laterza mentre avvia
a Laterza la differenziata con un progetto pilota
QUOTIDIANO DI PUGLIA 17 DICEMBRE 2013
di Nicola NATALE
La tares, il tributo comunale sui rifiuti e servizi, spinge i sindaci alla protesta, non solo i cittadini. 
A Laterza, un gruppo spontaneo di commercianti ha chiesto conto dei nuovi aumenti all’amministrazione locale di centrosinistra, invitandola a rivedere i criteri di applicazione. 
Infuocato il dibattito tenutosi domenica scorsa all’auditorium Michele Giannico. 
I più penalizzati dalla legge 214 del 2011 sono le rivendite di frutta e verdura, le pescherie, i fiorai e i tanti dispensatori di pizza al taglio (+154%) seguiti dal quasi raddoppio del tributo per pizzerie, pub, trattorie (+96). 
Per i commercianti riunitisi senza le organizzazioni di categoria si tratta di “evitare l’ennesimo aumento del costo della vita in questo nostro paese martoriato da una pressione fiscale ingiusta, iniqua e mortificante”. Il giovane sindaco Gianfranco Lopane, (33 anni, ingegnere gestionale) pur spiegando che è stata la legge, ad imporre quegli aumenti ha solidarizzato con loro, giungendo ad avallare nuove forti forme di protesta, finora usate soprattutto da Marco Panella.
Gianfranco Lopane,
sindaco di Laterza
Sindaco farebbe davvero lo sciopero della fame contro la tares?
Certo che sì. La situazione degli enti locali necessita l’attenzione del Governo. Si sposta la fiscalità dal centro alle periferie, con sproporzione nei trasferimenti. Noi diventiamo poi parafulmini.
Si sente spalleggiato dalle posizioni dell’ANCI?
La protesta non nasce certo ora. L’indeterminatezza e la schizofrenia normativa ci mettono in grande difficoltà, lo sciopero della fame è il minimo che si possa fare. D’altronde nello sciopero dei sindaci del settembre 2011 abbiamo riconsegnato la fascia simbolicamente e alle nostre istanze non è stata data risposta. La protesta è ormai necessaria.
Spostando però gli enti impositori la somma da pagare non cambia…
Ci sono più ordini di problemi. Il primo è la portata dell’imposizione fiscale ormai ai massimi storici, i trasferimenti ridotti al lumicino e le manutenzioni ordinarie che non possono essere trascurate. Pena disastri quando piove, come le recenti alluvioni ci hanno insegnato. 
Va detto inoltre che non è possibile far passare i sindaci come esattori dello stato, è un giochino a farsi male. Lo 0,30 €/mq della tares, l’imu sui capannoni vanno allo Stato centrale non a rimpinguare le tasse comunali. 
Comunicare questo ai cittadini non fa altro che danneggiare gli amministratori locali. 
I cittadini poi si aspettano servizi all’altezza che invece non vedono. Per non parlare del fondo di solidarietà istituito in aiuto dei comuni che hanno alzato l’imu sulla prima casa, penalizzando di fatto quei comuni che, tagliando spese e servizi, non l’hanno fatto come il mio. Questo è intollerabile.
I commercianti laertini sono quasi insorti minacciando una serrata. Non è che avete preferito aumentare la tares ai commercianti piuttosto che spalmare gli aumenti sull’intera cittadinanza?
La legge non dava molti margini di manovra. Le utenze commerciali incidono per il 15% sul totale dei metri quadri da sottoporre a tributo e noi a quel criterio ci siano attenuti. Non è una questione politica, tra i nostri elettori ci sono sia cittadini che commercianti entrambi meritevoli di tutela.
E allora perché banche ed alcune grandi imprese del territorio hanno pagato meno?
Perché la legge ha statuito così. Il nostro lavoro, lo ribadisco, è stato solo cercare di attutire l’effetto della legge all’interno degli indicatori dati. 
Cercare cioè di far pagare meno chi ha avuto gli aumenti più alti, facendo pagare quasi lo stesso chi ha avuto invece delle riduzioni rispetto all’anno scorso. 
Hanno pagato meno anche gli artigiani e gli anziani, quindi una fetta larga della popolazione contribuente. 
Per gli altri, quelli più colpiti, come fruttivendoli e fiorai, abbiamo applicato delle tariffe di 12 €/mq che sono la metà rispetta a quanto imposto da altri Comuni tipo Mottola, Martina Franca e Massafra.
Mi sembra di capire che i giochi siano fatti.  Quindi la protesta eventuale o addirittura l’unione con le proteste del movimento dei forconi che futuro potrebbe avere?
L'entrata in vigore della tares ha coinciso con la differenziata.
Ma l'aumento della tributo non è legato alla raccolta differenziata
Noi pensiamo già ai problemi del 2014 e ci aspettiamo ulteriori penalizzazioni. La protesta serve a lanciare un grido di disperazione rispetto allo stato in cui operiamo. Con centinaia di cittadini che stanno vivendo appieno la crisi e noi costretti a tartassarli.
Un’ultima domanda. Il risparmio per la differenziata viene annullato dagli alti costi della raccolta porta a porta. Si rischia di dar ragione al partito degli inceneritori e delle discariche?
La raccolta differenziata, anche porta a porta ha un costo sostanzialmente equivalente. Bisogna dire che da quest’anno i cittadini italiani pagano integralmente il servizio. Inoltre nel piano finanziario della tares compaiono le spese per il personale comunale addetto, i costi per la spedizione delle bollette ed anche eventuali debiti fuori bilancio. Ciò dà l’impressione che costi di più ma non è così.

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