GINOSINO IMMIGRATO A COLONIA RICREA UNA PIAZZA "ITALIANA".
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Uno dei murales che rallegrano un parco giochi di Colonia (Germania) ristrutturato con l'impegno di Antonio Pizzulli, un ginosino trasferitosi lì negli anni '80. |
di Nicola NATALE
La storia di
Antonio Pizzulli da Ginosa è un concentrato di ottimismo e tolleranza.
La
racconta lui stesso da Ehrenfeld, un quartiere di Colonia in Germania dove si è
trasferito nel 1980.
Il suo sogno di trasformare un parco giochi in disuso in
un luogo nuovamente vivo e frequentato si è trasformato in realtà.
Tanto che il
posto ha informalmente preso il suo nome: Antonio Pizzulli Platz, il parco Antonio Pizzulli.
La storia,
difatti un racconto di Natale anticipato, non è sfuggita al mensile locale Veedelfunker.
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Antonio Pizzulli (al centro della foto in maglietta nera) |
Al 53enne ginosino, da anni attivo nel campo sociale, l’idea è venuta mentre si dedicava ad un
progetto per giovani con l’associazione Colonia contro il razzismo
(Koelnerappel gegen rassismus): l’unico mezzo per far qualcosa per loro era
ridare vita alla piazza nel frattempo abbandonata e diventata luogo di spaccio
di droga.
Pizzulli viene a sapere che in città, attraverso l’ufficio per le
problematiche giovanili, si ha la possibilità di ottenere la tutela di un parco.
Non si deve far nulla, tranne controllarlo e riferire se c’è qualcosa che non
va, poi il resto dipende “da quanto tempo e quanta voglia si ha”.
Le sue
credenziali sono ottime (è attivo in un’associazione che si occupa proprio
della formazione di giovani e bambini) e la voglia è tanta: nasce così l’idea
di trasformarla in una piazza italiana. Di lì parte l’idea di una raccolta di
fondi, perché “la città di Colonia non ha quasi fondi da investire in questo”.

Non fa tutto da solo:
l’aiuta anche economicamente l’ufficio per le problematiche giovanili e
l’ufficio di quartiere.
Da quel giorno la piazza cambia, fino ad assicurare un
lavoro part time da 150 euro al mese a 4 persone che si occupano di
organizzarvi attività al mercoledì e giovedì pomeriggio.
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Antonio Pizzulli, 53 anni da Ginosa (Taranto) |
Si piantano erbe
aromatiche, si organizzano attività anche musicali per raccogliere fondi in
modo da ristrutturare i locali, manutenere i giochi che diventano solo una delle
attrattive del luogo. Si aggiunge poi il campo bocce ma la caratteristica più
importante della “Antonio Pizzulli platz” è l’unione tra bambini di culture
differenti, anche lì penalizzati da pregiudizi pesanti a causa della
provenienza rumena, bulgara o turca. Si è sfruttato anche il cibo per abbattere
i pregiudizi.
I genitori dei bambini, che mai si sarebbero parlati in un caffè,
hanno iniziato a parlarsi, prima conoscendosi mentre davano un’occhiata ai loro
bambini, poi degustando qualche specialità turca o bulgara. Il sogno ulteriore
è ora unire le aree-parco divise da un parcheggio, spostando quest’ultimo e
consentendo ai bambini di giocare in sicurezza.
Ma Pizzulli guarda più in là e
si spinge a desiderare che il suo quartiere “abbia case che si possano pagare” che
non diventi una zona residenziale dagli alti costi che ne snaturi l’atmosfera.
Nel frattempo lui assiste anche la compagna malata: “non è facile, ma se si
pensa positivo, si riesce a fare tutto”.
L'articolo del Quotidiano di Puglia del 17 novembre 2013 |
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