MIROGLIO: CONFERMATO L’INVESTIMENTO TERMOFORM. Ancora riserbo sulle altre tre iniziative


Roam - Ex dipendenti miroglio attendo l'esito della "ristretta" al Mise
QUOTIDIANO DI PUGLIA 30 OTTOBRE 2013
di Nicola NATALE
Poco meno di quattro ore per scrivere un nuovo capitolo della saga miroglio. 
O meglio ex miroglio, poiché i 181 dipendenti del gruppo tessile di Alba, con stabilimenti in Ginosa e Castellaneta, sono ormai in mobilità da luglio scorso.  
Il risultato principale della ristretta tenutasi presso il ministero dello sviluppo a Roma è che Termoform, l’azienda di Taverne di Corciano a circa sessanta chilometri da Perugia, conferma il suo investimento nello stabilimento di Ginosa. 
Ci vorrà un anno e circa quattro milioni di euro. 
I particolari li snocciola Massimo Gravina della filctem cgil di Taranto presente all’incontro in cui si è affacciato per la prima volta Walter Germini, l’amministratore delegato dell’azienda attiva nel campo dello stampaggio plastico. 
Come già detto lo stabilimento di Castellaneta scelto in un primo momento “è stato escluso per problemi di natura impiantistica, mentre ad ottobre dopo un sopralluogo si è deciso per Ginosa”. 
Ma solo una parte dell’immenso stabilimento ginosino sarà occupata dalla termoform: “circa 15mila metri quadri, corrispondenti all’area della tessitura e del carico/scarico”. 
La Termoform di Taverne di Corciano vorrebbe investire a Ginosa (Taranto)
Confermato anche il piano industriale che prevede la riassunzione di 70 ex addetti tessili con la loro riqualificazione che sarà operata da dieci collaboratori dell’azienda umbra. 
Una parte dei macchinari arriverà dallo stabilimento madre e l’assemblaggio del vecchio materiale come dei nuovi impianti porterà via forse un anno. 
Nel frattempo si dovrà individuare lo status giuridico che assumeranno i 70 nuovi addetti termoform, individuati probabilmente ricorrendo ai criteri di anzianità , carico familiare ed esigenze tecnico-produttive. 
L’investimento sarà frazionato, nel senso che “circa 500mila euro arriveranno dall’azienda come aumento del suo capitale sociale, 630mila arriveranno dal versamento dell’incentivo all’esodo cui i lavoratori riassunti rinunciano e gli altri dai contributi regionali eventualmente attivabili tramite apposti bandi”
Leo Caroli,
assessore al lavoro della Regione Puglia 
Sabato scorso l’assessore regionale al lavoro Leo Caroli si era nuovamente occupato della vicenda miroglio con l’obiettivo di portare un dossier completo sui tavoli romani: “almeno due progetti risultano essere concretizzabili in breve tempo” aveva dichiarato. 
Ma il riserbo sulle altre aziende interessate è ancora assoluto, anche per metterle al riparo da pressioni indebite. 
Nemmeno la seconda che avrebbe già inviato la documentazione richiesta alla regione è stata resa nota, altrettanto la terza che è al momento più indietro nella manifestazione di interesse verso gli ex stabilimenti Miroglio, tuttora nella piena proprietà del gruppo piemontese. 
Anche il sindaco di Ginosa Vito De Palma presente all’incontro non ha mancato di osservare che “questa notizia fa ben sperare ma non deve illudere nessuno, tuttavia non dobbiamo scoraggiarci, soprattutto in questo momento”. 
De Palma ha anche fatto riferimento alle altre vertenze del territorio tra cui Tbm (altra azienda tessile con oltre sessanta dipendenti a rischio) e Natuzzi (stabilimento in chiusura il prossimo 8 novembre con circa 400 dipendenti in esubero). 
Per quest’ultima in particolare ha convocato per giovedì prossimo, 31 ottobre alle 15:00 una conferenza stampa presso lo stabilimento sito nella zona artigianale di Ginosa, in contrada bandiera. 
Qui il sindaco, insieme con gli operai chiederà lumi sulla new.co., la nuova azienda che dovrebbe secondo il piano industriale riassumere i lavoratori espulsi. Tutti vogliono sapere come e quando questo avverrà.
Quotidiano di Puglia 30 ottobre 2013 la vertenza miroglio

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