MIROGLINI, SLITTA AL 29 OTTOBRE L’INCONTRO DI ROMA. Curiosità e diffidenze verso i nuovi investitori.
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Una delle tante sedute dei "miroglini" al tavolo romano del ministero dello sviluppo |
di Nicola NATALE
E’ slittato a
martedì prossimo, 29 novembre ore 14:00, l’incontro a Roma per gli ex 181 lavoratori
del gruppo Miroglio.
Il funzionario ministeriale Giampietro Castano che segue
la delicata vertenza ha comunicato già lunedì scorso il rinvio dell'incontro che si dovrebbe tenere nella sala commissioni al quinto piano del ministero dello sviluppo.
La
comunicazione ufficiale è stata inoltrata all’ass. reg. al lavoro Leo Caroli, ai sindaci di Ginosa Vito
De Palma e di Castellaneta Giovanni Gugliotti nonché all’amministratore
delegato del gruppo Giuseppe Miroglio ed al direttore del personale Giuseppe
Bertolino.
Naturalmente saranno della partita anche i sindacati nazionali e
territoriali (filctem cgil, femca cisl e uiltec uil) e la Wollo, la società
incaricata dal gruppo tessile di cercare nuovi imprenditori disposti ad
insediarsi a Ginosa e Castellaneta e soprattutto a riassumere i lavoratori
quasi tutti quarantenni.
La cosa che balza evidente è l’assenza di qualsiasi
altro soggetto imprenditoriale nella lista ufficiale dei convocati
all’incontro.
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Un rappresentante della Termoform. Dietro il sindaco di Castellaneta Giovani Gugliotti |
Quindi non è dato
sapere al momento se i tre soggetti imprenditoriali (oltre alla termoform) che vogliono investire negli
stabilimenti in disuso saranno resi noti.
Il tutto come sempre è legato alle
verifiche di sostenibilità finanziaria ed industriale degli investimenti
proposti a ministero e regione, ma anche a come questi verranno accettati dal
nucleo di lavoratori rimasti.
Pare ci sarebbero soggetti locali dietro ai nuovi
piani industriali inaspettatamente proposti dopo la defezione del gruppo
friulano Q.bell.
A commentare è ancora una volta Mimmo Giannuzzi, uno degli ex
tecnici dello stabilimento di Ginosa, fattosi portavoce anche degli umori che
si respirano nel gruppo degli “ex miroglini”. Per la maggior parte è necessario procedere
solo se ci sono “accordi vincolanti” e concedere solo in un secondo momento, ad
iniziativa industriale avviata, gli stabilimenti e il loro incentivo all’esodo
pari a circa 9mila euro.
In cambio potrebbero cedere anche sul fronte della
stipula di contratti a tempo determinato, poiché questi contratti non
inciderebbero sull’indennità di mobilità.
In pratica congelerebbero il diritto
maturato durante il contratto a
tempo, per riprenderne a fruirne in caso di eventuale non prosecuzione del
rapporto di lavoro.
Va fatto presente che la mobilità concede altri due, tre
anni di respiro agli ex miroglini prima di cominciare a fare i conti con la
perdita di qualsiasi ammortizzatore sociale.
L’impegno di Miroglio a cercare
nuovi soggetti scade invece a fine anno, dopo di allora, si dovrà voltar
pagina. Ma i miroglini promettono di non arrendersi nemmeno dopo questa
scadenza.
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