MARINA DI GINOSA/BANCARI A CONGRESSO. Sciopero il 31 ottobre: "eravano la ricchezza, ora siamo un costo”

Fabi, 9° congresso provinciale di Taranto, tenutosi a Marina di Ginosa.
Da sx Angela Maurelli, Francesco Pignalosa, Werner Pedoth, Pietro Di Noi, Mario Bianco, Marika Fabbiano 

QUOTIDIANO DI PUGLIA 25 OTTOBRE
di Nicola NATALE
Le banche cambiano, diventano sempre più virtuali. Altrettanto rischiano di diventarlo i bancari mentre finora il posto in banca era ritenuto tra i più sicuri. 
Non è più così, almeno stando alle denunce emerse dal 9° congresso provinciale della fabi (federazione autonoma bancari italiana) tenutosi ieri (24 ott) a Marina di Ginosa presso l’hotel millepini. 
In tutta Italia, circa centomila di loro, non avrebbero competenze spendibili nel “nuovo” modo di fare banca, anche se dispongono di un fondo dedicato all’aggiornamento professionale. 
Ad ascoltare la relazione di Pietro Di Noi (uno dei segretari provinciali fabi) si faticava a credere di essere ad un convegno di bancari. 
Così alcuni passi della relazione: “dieci per cento della popolazione italiana che detiene la metà della ricchezza nazionale mentre si elimina il trattamento di fine rapporto per le nuove generazioni, i più sfortunati ricorrono al gioco ed agli strozzini, a Taranto si deve cedere al vergognoso ricatto lavoro o salute”. 
Non è mai successo dice “che si scenda in piazza per protestare contro quel giudice che ha pensato a chi di inquinamento è morto” ed ancora “resto allibito dalle dichiarazioni di un operaio di Genova al quale non importa dei cittadini di Taranto ma vuole solo il suo lavoro”. 
Anche le concentrazioni e le fusioni bancarie hanno finito per lasciare sul territorio esuberi e tempi ancora maggiori per la concessione del credito, deciso in posti sempre più distanti. Tutto per rimarcare l’assoluta contrarietà a forme di contratto individuale (proposte dalla parte datoriale) che esulino dalla previsione dell’art.39 della Costituzione, cioè dalla contrattazione collettiva: “senza contratto nazionale l’individuo è solo, senza alcun potere contrattuale”. 
Al  congresso sono giunti da tutta la Puglia e lo ha presieduto giungendo da Bolzano, Werner Pedoth, coordinatore nazionale per Fabi nel settore del credito cooperativo. 
Il vicesindaco Marilisa Mongelli e l'assessore al lavoro Mario Toma hanno seguito i lavori, aggiungendo il loro contributo. Anche Antonio Gallitelli, direttore della locale banca di credito cooperativo ha fatto riferimento alle depressioni create dalla mancanza di lavoro ed ha criticato la finanziaria  fatta più in nome della stabilità politica che in nome dello sviluppo. 
Tutti insomma, al di là delle strette tematiche sindacali, hanno posto l’accento ad un necessario cambio di valori, anche rispetto ad alcune decisioni aziendali che hanno “negato credito ad aziende che potevano riprendersi restituendo i finanziamenti e salvando posti di lavoro  e lo hanno concesso spesso agli artefici di ingentissime sofferenze”. 
L’unico antidoto “all’ottusa società in cui siamo costretti a vivere” é liberarsi dalla logica del “possedere, consumare, apparire”: parole testuali.
Per tutte queste ragioni hanno annunciato lo sciopero del 31 ottobre teso a “salvaguardare il loro numero, non a chiedere aumenti”. 
Il tutto dopo che i banchieri, loro datori di lavoro, hanno disdetto unilateralmente, prima della naturale scadenza, il contratto collettivo nazionale per insostenibilità dello stesso. 
Sulla stessa linea gli interventi di Mario Bianco, Marika Fabbiano, Angela Maurelli e Francesco Pignalosa, tra l’altro responsabile della filiale ginosina della bcc marinese.  A quest’ultimo ed a Pedoth sono spettate le conclusioni prima delle riconferme alla segreteria provinciale di Pietro Di Noi, Mario Bianco e Francesco Pignalosa.

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