NATUZZI, RIPRENDE A ROMA IL CONFRONTO. PREOCCUPAZIONE TRA I LAVORATORI


Pasquale Natuzzi,
presidente ed amministratore delegato dell'omonimo gruppo
Oggi 26 Settembre, sempre sul Quotidiano di Puglia,  articolo con gli esiti del tavolo romano.
QUOTIDIANO DI PUGLIA 24 SETTEMBRE 2013
di Nicola NATALE
Groviglio Natuzzi. Oggi e domani a Roma, presso il ministero dello sviluppo economico, ennesimo incontro tra l’azienda di divani nota nel mondo e i sindacati cgil cisl e uil per impedire una catastrofe sociale. 
La stessa azienda di Santeramo in Colle ha chiesto esplicitamente dialogo e collaborazione ad istituzioni e sindacati “consapevole dell’impatto sul territorio derivante dalla riorganizzazione”
Una razionalizzazione che porrebbe fuori dalle 9 sedi italiane del gruppo 1726 persone.
La corsa è ad impedire la mobilità già richiesta dall’azienda ma intanto si registra una presa di posizione dei rappresentanti sindacali aziendali. 
Antonello Zicari,
rsu fillea cgil in Natuzzi
A parlare ieri è stato Antonello Zicari, fillea cgil: “i lavoratori sentono la fine della cassa integrazione ma navigano nell’incertezza, noi vogliamo vederci chiaro perché i temi sono tanti”. Una nota inviata dai rappresentanti sindacali aziendali ai loro vertici regionali e nazionali nonché alle regioni Puglia e Basilicata esplicitamente chiede che dopo i due tavoli si dia una risposta certa, pena l’avvio di nuove agitazioni. 
Sul tappeto infatti non c’è solo il numero che tutti tentato disperatamente di ridurre, ma anche l’entità di un’eventuale “buona uscita” come si chiamava una volta l’attuale incentivazione all’esodo. 
I 13 mila euro di cui si vocifera non sarebbero accettati dalla maggior parte dei lavoratori, riducendo così il numero dei collaboratori disposti a mettere definitivamente la parola fine all’esperienza nel gruppo Natuzzi. 
Altro motivo di preoccupazione le new-co, cioè le aziende che andrebbero a sostituirsi al gruppo nelle assunzioni di ciò che rimane del gigante del salotto pugliese, ormai globalizzatosi e spostatosi prevalentemente nei nuovi mercati e nei paesi a basso costo del lavoro ed a bassa tassazione come Brasile, Cina e Romania.
Tuttavia gli ordini ci sono e la situazione finanziaria è solida, quindi gli spazi di manovra ci dovrebbero essere, pur all’interno di una trattativa che gioca sulla pelle viva delle persone.
Altro fronte quello dell’accordo di programma da 101 milioni di euro destinato almeno in teoria ad assorbire una parte di quegli esuberi, non importa se con Natuzzi o con altre aziende, più innovative o in linea con il mercato europeo come vorrebbe le regioni Puglia e Basilicata che quei soldi li hanno nei cassetti da febbraio 2013, senza poterli spendere.
Va ricordato peraltro che secondo alcuni sindacalisti “nessuna manifestazione di interesse riguarda il territorio tarantino”
Silvano Penna,
segretario regionale fillea cgil
Intanto il segretario regionale fillea cgil Silvano Penna ha chiarito in cinque punti lo stato dell’arte della trattativa.
Sostanzialmente dice Penna:
1) il numero dei 1726 dichiarato dalla Natuzzi rimane invariato;
2) la mobilità è aperta;
3) il 25 settembre chiederemo al ministero del lavoro un rinvio;
4) la linea “L.Edition potrebbe ritornare ad essere prodotta in Italia dove potrebbero essere realizzati anche complementi d’arredo;
5) c’è disponibilità della Natuzzi ad un incentivo all’esodo ma non è stata resa nota alcuna cifra.
In parole povere la soluzione è ancora lontana anche se gli appuntamenti di oggi e domani sono decisivi per comprendere “le reali volontà della Natuzzi”.
Ulteriori appuntamenti sono fissati al 27 settembre con la riunione dei delegati al ministero dello sviluppo ed il 3 Ottobre in seduta plenaria. Tuttavia conclude Penna “anche se il progetto dovesse concretizzarsi per intero, un numero troppo alto di lavoratori resterebbe senza collocazione, ciò renderebbe impraticabile qualsiasi accordo”.

Commenti

Post popolari in questo blog

CIAO LORENZO!

CASTELLANETA, ARRESTO DEL PRIMARIO DI ORTOPEDIA GALANTE. Parlano i colleghi ed il Sindaco Italo D'Alessandro

KIT AD IDROGENO PER AUTO. MA FUNZIONANO DAVVERO?