NATUZZI ANCORA RINVI AL 3 ED AL 10 OTTOBRE. Non ancora individuate le new.co.
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Divani Natuzzi in una promozione pubblicitaria |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 26 SETTEMBRE 2013
di Nicola NATALE
Natuzzi, dalla
due giorni a Roma conclusasi ieri, escono poche notizie, tutte dai contorni
confusi.
I livelli della trattativa sono ancora “bassi”.
Il primo a parlare è
Salvatore Bevilacqua, segretario regionale feneal uil per cui l’unico punto
certo è che si vuole ridurre il numero degli esuberi utilizzando le newco, cioè
nuove aziende che produrrebbero per Natuzzi parte delle commesse reintrodotte
in Italia.
Su questo punto c’è l’assenso delle sigle sindacali maggiori (fillea
cgil, feneal uil, filca cisl) ma si è in alto mare per la fissazione di un crono-programma
e dei relativi accordi.
L’unica cosa certa sembrano essere le date del prossimo
rinvio, 3 e 10 Ottobre sempre a Roma presso il ministero dello sviluppo
economico per la comunicazione degli stadi di avanzamento della trattativa o
per dir meglio della vertenza natuzzi.
Comunicazioni dovute ai lavoratori come ai soggetti
istituzionali, tra cui comuni e regione Puglia e Basilicata da tempo impegnati a cercare
di risolvere la vertenza.
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Un fantoccio realizzato dagli stessi operai per mostrare la loro esasperazione |
Istituzioni chiamate in causa dallo stesso gruppo di
Santeramo, conscio del grave impatto socio-economico provocato da 1726 esuberi.
Esuberi che intanto aspettano con angoscia la fine della lunga stagione di
cassa integrazione che dura per alcuni da quasi dieci anni.
La trattativa
sembra andare avanti sotterranea mentre il 15 ottobre, data della scadenza
della cassa integrazione in deroga, è sempre più vicino.
Posto che si riesca a
comprimere il numero dei lavoratori destinati a lasciare il gruppo, il problema ulteriore sono le garanzie offerte ai lavoratori che rimarranno.
I sindacati hanno detto chiaramente che
non sono disposti a cedere sulla natura e durata dei contratti e sui numeri
delle persone da assorbire.
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Salvatore Bevilacqua, feneal uil |
“Se sono cose che nascono per sei mesi non ci
interessano, se è una cosa che nasce ex novo ci interessa comunque poco”
commenta Bevilacqua “perché è nell’interesse stesso del gruppo affidare lavori ad
aziende competenti, in un settore in cui non ci si improvvisa”.
A questo punto
emerge la nuova richiesta di tempo al ministero del lavoro per cui potrebbero a
detta di Bevilacqua “esserci le condizioni qualora le intenzioni espresse nel
piano industriale si traducessero in realtà”.
L’orizzonte ideale sarebbe un
anno secondo i sindacati perché si è ancora a zero per quanto riguarda le
aziende da coinvolgere e gli stessi stabilimenti interessati dalla riorganizzazione: “vanno messi tutti
i punti e tutte le virgole, siamo ad un’idea a cui bisogna costruire le gambe e
le braccia”.
“Cosa succede” si chiede Bevilacqua “se le aziende interessate
vogliono acquisire sì le commesse Natuzzi ma spostandosi dall’area murgiana e
non in Puglia? E’ evidente che non possiamo accettare”.
Una partita quindi
impossibile da risolvere entro il quindici di ottobre, di qui le ragioni della
richiesta di ulteriore cassa in deroga.
Stessa cosa per l’incentivo all’esodo
per cui erano circolate delle cifre messe sul piatto (12 milioni di euro) assolutamente
non confermate dall’azienda. Anche perché per il momento non è possibile capire
quanti usciranno dal gruppo e quanti continueranno nelle o nella newco.
L’argomento è quasi tabù.
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Natuzzi, una delle sedi |
Il tutto è legato anche alla ripresa in atto in
alcuni Paesi, dopo una crisi di portata epocale. Un’iniezione di liquidità consentirebbe
di far cassa al gruppo quotato a Wall Street e che fa divani con destinazione
mondo di affrontare gli enormi esborsi conseguenti all’uscita di tanti
lavoratori.
Altro argomento il costo del lavoro, da 90 a 50 centesimi di euro la riduzione attesa dall'azienda che però rassicura che “i diritti del lavoro non saranno toccati”.
Sul
punto la linea dei sindacati sembra essere intransigente: “non accetteremo mai
di toccare i diritti acquisiti dei lavoratori come si conviene ad una azienda
di queste dimensioni”.
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Pasquale Natuzzi |
Trattative difficili quindi, non aiutate dal fatto che
il piano industriale non è stato materialmente consegnato ai sindacati anche
per i continui cambiamenti dello scenario economico in cui il gruppo si muove e
che rendono impossibile pianificare in dettaglio il futuro.
Intanto il
presidente ed amministratore delegato del gruppo Pasquale Natuzzi non compare
agli incontri romani, consapevole forse che il traguardo della risoluzione della
vertenza appare ancora lontano.
Per il momento altri piccoli natuzzi cercasi,
per ripetere il miracolo che consentì quelle assunzioni troppo presto
rivelatesi esuberi.
Quanto alle critiche sul piano dei rapporti industriali i
sindacati con Bevilacqua fanno notare che “da dieci anni il gruppo denuncia
esuberi e ad oggi nessuno è stato licenziato, segno che il nostro lavoro
l’abbiamo svolto appieno”.
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