MALAGNINI: "L’ASSEMBLEA NAZIONALE PD? UN BLUFF"
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Carmelita Malagnini, delegata nazionale pd |
di Nicola NATALE
L’unica certezza
è il congresso per l’8 dicembre per quanto riguarda il riguardo il pd.
Questa è
l’amara conclusione di Carmelita Malagnini, delegata nazionale del partito
democratico, di stanza a Ginosa.
“Per
il resto una debacle totale, per chi ha investito tanto in questo partito, per
chi ha sempre creduto in un partito che non fosse solo nel nome democratico,
per chi ha con coerenza ed entusiasmo lottato per il rinnovamento della classe
dirigente”.
Non è andata giù soprattutto la frase finale di Marina Sereni che,
nel congedare i delegati nazionali all’auditorium della conciliazione a Roma ha
detto: “questa assise non sarà quella che si rivedrà dopo l’8 Dicembre”.
I
delegati erano lì per approvare le modifiche allo statuto e, come spesso
accade in politica, per ratificare decisioni già prese dal nucleo organizzativo
in seno alla direzione nazionale. Con il risultato secondo la Malagnini di rendere palese il “dramma
di un’Assemblea inesistente e priva di qualsiasi potere”. Quando si è passati alle
votazioni "mancava il numero legale". Ciononostante “dopo una serie di rinvii per mancanza di accordi tra le correnti, le raccomandazioni sulle modalità di svolgimento
delle primarie (dicono non vincolanti) sono state approvate con 378 voti
favorevoli, 74 contrari e 20 astenuti”.
Modalità assembleari ancora più
disinvolte per l’approvazione dell’intero pacchetto di modifiche: “in mancanza del numero legale la
direzione nazionale in accordo con le raccomandazioni approverà le modifiche
statutarie”.
Vicende che fanno scrivere alla Malagnini: “si chiude così
l’esperienza di delegata nazionale; un’assemblea, sovrana, viene snaturata
dalla decisione dei soliti noti riuniti a porte chiuse”.
Per poi concludere: “a distanza di 6
anni dalla sua fondazione, si parla di rifondare il PD, purtroppo quello che è chiaro a tutti è
che la vecchia classe dirigente non è ancora pronta a lasciare spazio ai
giovani, che nel frattempo, come diceva Civati stanno invecchiando in attesa
che arrivi il loro momento”. La corsa alla segreteria, come molti sanno è tra Giuseppe Civati, Gianni
Cuperlo, Gianni Pittella e Matteo Renzi ma la vera corsa corsa dovrebbe essere secondo
Malagnini "tesa anche a recuperare la base ed attuare sul serio il rinnovamento
atteso dai tanti militanti".
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