PREZZI TROPPO BASSI PER L'UVA. Allarme dal Tavolo verde: "no alla falsa immagine dei media"
Un tipico nuovo impianto di uva da tavola con pali di sostegno in cemento |
di Nicola NATALE
Uva da tavola,
prezzi in picchiata per le piccole aziende agricole.
E’ questo il grido di
allarme lanciato venerdì scorso a Palagiano dal tavolo verde, assieme ad altre
sigle del mondo agricolo.
L'uva da tavola migliore arriva a stento a 0,4-0,45 euro
per chilogrammo, ma il prezzo base si attesta intorno ai 20-35 centesimi di
euro, con punte minime di 10,11 centesimi di euro.
Un nuovo tracollo,
soprattutto perché i costi di produzione, la tassazione e gli adempimenti
imposti al settore continuano a crescere vistosamente. Le importazioni da paesi
anche lontanissimi come il Perù, penalizzano il prodotto italiano.
La conferenza di venerdì 6 settembre a Palagiano |
Per questo il
tavolo verde, assieme alla federazione dei movimenti agricoli italiani,
all’unione coltivatori italiani e alla confederazione dei produttori agricoli
torna a chiedere un’incontro urgente all’assessore regionale Fabrizio Nardoni.
Fabrizio Nardoni, assessore regionale all'agricoltura della Puglia |
Il quale nello stesso giorno,
venerdì 6 settembre, si è invece incontrato con il presidente di confindustria
di Taranto Vincenzo Cesareo sul tema delle nuove politiche di sviluppo della provincia jonica.
Da
questo sviluppo gli agricoltori non vogliono essere esclusi ed echeggia sempre
più spesso la parola “rivoluzione”.
Una rivoluzione che però spiega Paolo
Rubino, coordinatore ormai storico del movimento, “deve partire dalle nostre
teste, perché la rappresentanza non può essere affidata a chi non è del settore
e non ne capisce appieno le complesse dinamiche”.
Un esempio su tutti lo ha
fatto Saverio De Bonis (fima) che da anni conduce una lotta per cambiare i
meccanismi decisionali delle commissioni prezzi e della stessa formazione dei prezzi e dei contratti tra produttori ed acquirenti. Ad esempio, gli incontestabili successi
del vino pugliese non possono nascondere il fatto che “pochissimo del valore
prodotto va ai produttori di uva da vino”.
Anche sulla commercializzazione ci sono ombre ed uno sviluppo non ancora completo: il Veneto svetta con un valore dell’export pari ad 1,4 miliardi di euro mentre la Puglia si fermerebbe a 98 milioni di euro, un abisso.
Mancano infatti incentivi adatti alle piccole imprese per trasformare il prodotto.
Anche sulla commercializzazione ci sono ombre ed uno sviluppo non ancora completo: il Veneto svetta con un valore dell’export pari ad 1,4 miliardi di euro mentre la Puglia si fermerebbe a 98 milioni di euro, un abisso.
Mancano infatti incentivi adatti alle piccole imprese per trasformare il prodotto.
Curiosamente l’Unione europea dà contributi per impiantare o
re-impiantare vitigni autoctoni, ma non dà assolutamente aiuti per l’apertura
di nuove piccole cantine, che realizzino produzioni di qualità e di nicchia.
Il problema dei prezzi alla pianta investe da anni l’intero comparto agricolo ed
è per questo che gli agricoltori sollecitano un tavolo che coinvolga anche le
maggiori organizzazioni di rappresentanza, facendo notare che l’unica forza
politica presente all’incontro era il movimento 5 stelle con Gianvito Guarino
di Castellaneta.
Palagiano, conferenza del tavolo verde |
Ed è proprio sul
disinteresse per l’agricoltura e sulla gestione dei fondi del p.s.r. agricolo che
il dibattito ha preso i toni più accesi, sottolineando che “per giustizia
sociale ci si deve porre il problema dei piccoli produttori che non hanno più
reddito”.
Insomma una montagna di
problemi che emerge scavando sotto l’immagine rosea data da molte trasmissioni
televisive di valorizzazione del mondo agricolo e dei suoi prodotti.
Senza
nascondere un fenomeno, forse non solo locale.
A Ginosa, nel tarantino, area di
profonda crisi agricola, rispuntano grossi impianti di uva da tavola ed
ortofrutta. “Sono i soldi rastrellati con la crisi, puliti e non, che
ritornano, vuol dire che la terra torna ad essere attraente per gli
investitori, ma questo processo non può avvenire riducendo alla disperazione
chi nella terra ci ha sempre lavorato” ha concluso Rubino.
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