NATUZZI / OPERAI A RISCHIO RIEMPIONO IL PALASPORT. Il 16 luglio annunciata nuova manifestazione a Santeramo
GINOSA L'assemblea sindacale degli operai natuzzi tenutasi al palasport l'8 luglio 2013 |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 9 LUGLIO 2013
di Nicola NATALE
Questa volta il
palazzetto era pieno in ordine di posti, a differenza del consiglio straordinario indetto tre giorni dopo l'annuncio della messa in mobilità.
http://www.ginosanews.blogspot.it/2013/07/natuzzi-politica-compatta-nel-no-ai.html
http://www.ginosanews.blogspot.it/2013/07/natuzzi-politica-compatta-nel-no-ai.html
All’assemblea indetta dai sindacati
gli operai natuzzi hanno aderito riempiendo gli spalti del
palasport di Ginosa.
L’assemblea è servita a fare il punto della situazione ed
a rinviare ad una nuova manifestazione prevista a Santeramo, quartier generale
del gruppo leader del mobile imbottito.
Il nuovo raduno è previsto per martedì
16 luglio alle ore diciotto in piazza G. Garibaldi all’indomani dell’incontro tecnico che si terrà a
Roma presso la sede del ministero dello sviluppo economico, in gergo mise.
Gli
operai annunciano che la manifestazione sarà molto tesa se non si dovesse
giungere ad una positiva conclusione della vertenza. Nessuno sembra illudersi
che i licenziamenti non ci saranno, ma gli operai sembrano determinati a far
diventare la loro vertenza un caso nazionale, ed a lottare per ridurre a zero
quel numero. Non importa se all’interno dell’accordo di programma - come tutta la
politica, da destra a sinistra vorrebbe - o nel recupero di quote di produzione andate
all’estero. Perché una cosa è sicura, ribadita da molti sindacalisti: l’azienda
è più che in attivo ed ha raddoppiato in questi anni il numero dei suoi
addetti.
C'è pure chi, come Felice Di Leo propone un
boicottaggio dei prodotti sull'esempio bridgestone, ma non sembrano sollevarsi molti consensi dagli spalti.
L’orgoglio di produrre divani apprezzati nel mondo è ancora troppo grande nonostante Pasquale Natuzzi, fondatore del gruppo, abbia
detto a chiare lettere, e non solo negli ultimi tempi, che ci sono esuberi
strutturali.
Gli stabilimenti italiani per essere competitivi, anche dopo la
cura da cavallo da 1726 esuberi, devono abbattere secondo il management di circa il 50% il costo
lavoro per minuto.
Una condizione
impossibile secondo i sindacati che preluderebbe alla totale cessazione delle
attività in Italia.
Altro che distretto dell’arredo come vorrebbe la giunta
regionale pugliese: non reggerebbe in Puglia nemmeno il più modesto distretto
del mobile imbottito così come si era andato configurando in questi anni. E in
effetti le prime a saltare sono state le aziende più piccole di Natuzzi,
diventato nel frattempo un gigante da poco meno di 500 milioni di euro di
fatturato nel 2012.
Alcuni dei sindacalisti presenti all'assemblea dei lavoratori natuzzi |
Per sventare questo scenario dice Crescenzio Gallo della
felca cisl “dobbiamo stare insieme, perché i licenziamenti riguardano anche chi
resta ed i contoterzisti”.
I sindacati chiariscono che da Roma
è venuto solo un allungamento di 30 giorni dei tempi necessari alla mobilità, cioè al licenziamento
collettivo, criticando la scelta aziendale di finanziare solo i negozi monomarca ed il
marketing, ma non le innovazioni di prodotto e di processo. Insomma la
riconversione per cui sono stati dati questi anni di cigs in realtà non sarebbe mai
avvenuta.
L’ancora di salvataggio sono, secondo il sindacato, le 84 manifestazioni di interesse
all’interno dell’accordo di programma il cui cammino iniziò nel 2006.
"Sapevamo
che i licenziamenti prima o poi sarebbero arrivati ed è per questo che abbiamo
combattuto per ottenere l’accordo" ha concluso Gallo.
Ludovico Vico della segreteria regionale pd aggiunge “che l’accordo non è solo per
Natuzzi ma è per chi vorrà investire e rioccupare anche i lavoratori
espulsi”.
Insomma la vertenza in atto ha tutta l’aria
di un braccio di ferro attorno all’accordo di programma con la politica che
però trova una voce unanime.
Non è mancato all’incontro il sindaco Vito De
Palma accolto da applausi il quale ha chiaramente detto che “servirà una
pressione notevole per scongiurare la chiusura degli stabilimenti”.
“Contro la chiusura” ha detto “noi sindaci e questi sindacati che dialogano in maniera moderna ci opporremo perché è un atto contro i nostri territori che interessa tutti, anche le banche che hanno finanziato i mutui”.
“Contro la chiusura” ha detto “noi sindaci e questi sindacati che dialogano in maniera moderna ci opporremo perché è un atto contro i nostri territori che interessa tutti, anche le banche che hanno finanziato i mutui”.
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