SCETTICISMO TRA GLI OPERAI NATUZZI. ROULETTE RUSSA PER CHI RIMARRA' DOPO I TAGLI ANNUNCIATI


QUOTIDIANO DI PUGLIA 21 GIUGNO 2013
di Nicola NATALE
Il Quotidiano di Puglia
del 21 giugno 2013
Scetticismo. Si potrebbe sintetizzare così lo stato d’animo di molti dopo la tregua imposta agli scioperi degli stabilimenti Natuzzi. 
Intanto l’azienda ha incontrato ieri a Santeramo con l’addetto alle relazioni industriali Vincenzo Di Taranto i rappresentanti sindacali che lavorano negli stabilimenti e i segretari regionali. 
Scopo dell’incontro, avvenuto dopo una riunione mattutina a Jesce nei pressi Matera da parte degli stessi sindacalisti, è chiarire i termini dell’accordo di Bari di mercoledì scorso che ha messo fine agli scioperi.
 E cioè presentazione del piano industriale entro il 26 Giugno e ridefinizione delle turnazioni per cassa integrazione, delle chiusure estive e delle riaperture. Bocce ferme fino ad allora con la promessa da parte dei sindacati di tornare a scioperare in caso di comportamenti poco chiari. 
Tutto questo fino ad ottobre quando la cassa integrazione guadagni terminerà ed azienda e lavoratori saranno messi di fronte ad un bivio drammatico: resa alla concorrenza o rilancio del distretto del mobile imbottito. 
Natuzzi  Lo stabilimento di Laterza
Per intanto da ieri è lentamente ripartito lo stabilimento di Laterza dal quale dipendono tutti gli altri. Nell’immenso opificio in contrada madonna delle grazie si esegue il taglio centralizzato mentre gli altri stabilimenti che realizzano il cucito come quello di Ginosa si tornerà al lavoro gradualmente dopo un giorno dalla ripresa dei tagli.
Lunedì invece ripartiranno quelli di Matera a Jesce dove c’è l’assemblaggio. Ad una parte dei colletti bianchi, quelli che hanno partecipato alle agitazioni accusa il sindacato,  il ritorno al lavoro sarebbe stato posticipato di alcuni giorni. Un chiaro monito, secondo alcuni. Naturalmente tutti sono scettici sulla possibilità di un reale cambio nel numero di quegli esuberi, 1900 contro 2700 dipendenti diretti. Forza lavoro totale che qualcuno fa arrivare fino a 3200 persone coinvolte nell’industria del salotto che rischia di scomparire dal quadrilatero costituito da Santeramo, Matera, Ginosa e Laterza con dipendenti che praticamente vengono da almeno una decina di centri, e non tutti vicini.  
E’ una vertenza difficile quella della Natuzzi, non solo per i numeri imponenti, ma anche per la complessità del processo produttivo e dei mercati internazionali di un settore così particolare. 
Massimo Vasco,
dipendente e rsu cgil
Su tutto domina” ci dice Massimo Vasco, rappresentante sindacale “la volontà di capire cosa succede dopo ottobre, in quanto luglio-agosto sono periodi morti, è per questo che abbiamo forzato l’azienda a dire cosa intende fare non solo a noi che in fabbrica ci lavoriamo, ma anche alle istituzioni”. 
Coinvolgere la regione nelle intenzioni del sindacato è servito ad evitare che si presentasse l’ennesimo piano industriale che dopo qualche mese era carta straccia. 
Alcuni di questi erano stati anche appesi ai muri degli stabilimenti fino a quando non sono stati superati dalla realtà delle cose” ci dice il rappresentante sindacale con 12 anni di esperienza nel mondo natuzzi. Il perdurare della crisi ha reso inutili anche i due anni di cassa integrazione ministeriale. Il periodo concesso per la ristrutturazione e riconversione è quindi scaduto senza aver ridotto il numero degli esuberi e soprattutto senza aver riqualificato il personale che aveva mansioni rese inutili dal modificarsi della struttura e della composizione dei divani. 
E il futuro? 
Può essere nell’arredo casa come indicato persino in ambiente regionale che vede criticare l’esiguità dei suoi 40 milioni di euro a sostegno del settore dalla stessa impresa sulle cui caratteristiche era stato cucito? Il problema secondo alcuni è “nella catena di negozi monomarca che sarebbero puro restyling di negozi fallimentari di altre aziende di divani con lo stesso personale”. Quindi una strategia commerciale che è da rivedere di sana pianta. Va detto in ogni caso che il mondo natuzzi è troppo complesso ed esteso per essere raccontato con un solo articolo.

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