NATUZZI SCIOPERO SOSPESO, PIANO INDUSTRIALE NOTO TRA UNA SETTIMANA
BARI - L'incontro promosso dai sindacati con Natuzzi in Regione |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 20 GIUGNO 2013
di Nicola NATALE
Sciopero
sospeso, da domani si torna gradualmente al lavoro negli stabilimenti e negli uffici di
natuzzi spa. E’ l’effetto dell’incontro tenutosi a Bari ieri presso la
presidenza della regione Puglia sul lungomare nazario sauro. Con il
congelamento dei calendari che imponevano l’ulteriore riduzione al 25% della
capacità produttiva dello stabilimento di Laterza. E i nuovi calendari che saranno decisi da giovedi prossimo in una riunione a Matera Jesce cui parteciperanno anche i rappresentati sindacali. Turnazioni che avevano dato
origine allo sciopero in corso da una settimana, anche per la scelta tutta
aziendale di tenere alcuni a zero ore ed altri a tempo pieno.
La protesta sotto la Regione a Bari |
Scelta sempre
contestata dai sindacati ma senza arrivare mai ad un compromesso con l’azienda.
La riunione è durata circa tre ore ed ad intervenire sono stati i segretari
regionali dei sindacati maggiori per i quali tutte le criticità rimangono, ma
vale l’impegno del presidente Pasquale Natuzzi a presentare entro una settimana
il piano industriale che delineerà il futuro del gruppo. Un colosso industriale
con stabilimenti in Cina, Brasile e Romania le cui perdite iniziate nel 2007
non accennano a diminuire (meno ventisei milioni di euro nell’anno scorso) pur
all’interno di un fatturato che raggiunge la vertiginosa cifra di 468 milioni
di euro nel 2012. Sono questi i dati che hanno indotto il gruppo ad annunciare
l’ulteriore aumento degli esuberi arrivati a 1900 contro un numero totale di
2700 dipendenti. Numeri catastrofici che piombano come macigni nel territorio
già desolato dell’economia pugliese, e che hanno indotto per la prima volta parte
dei colletti bianchi ad unirsi alle manifestazioni di protesta portate fino
sotto la casa madre a Santeramo martedì scorso. Obiettivo comune impedire la
decapitazione del distretto del mobile imbottito che con fatica questi anni la
regione Puglia aveva provato a strutturare e a dargli importanza e caratura
nazionale. Fino a giungere alla firma del fatidico accordo di programma da
centounomilioni di euro e che ora sembra carta straccia, mentre prima era visto
come l’ancora di salvezza.
Natuzzi protesta a Bari. ph Rossano Percoco |
La giornata era iniziata con sette pulmann che da
Laterza e da Santeramo sono partiti alla volta di Bari per scaricare non solo
gli oltre 350 manifestanti ma anche la loro rabbia, il loro dolore e la loro
angoscia. Un clima acceso fin dentro alle stanze ovattate della Regione. Non
sono piaciute le parole di Natuzzi sul cattivo trattamento che avrebbe avuto
dall’Italia che lo avrebbe costretto ad andare altrove e soprattutto quelle
sulla scarsa entità dell’accordo di programma. Ma anche il suo tono assertivo,
condito da qualche espressione colorita hanno fatto sollevare più di qualche
sopracciglio, prima che il tono ufficiale, il linguaggio ricercato e preciso che
caratterizza questi incontri rendesse più disteso e pacato il confronto mediato
dal presidente Vendola. Il quale avrebbe preso l’impegno di contattare i
vertici inps e del ministero dello sviluppo per sbloccare la complicata partita
contabile che ha visto il gruppo natuzzi svenarsi per anticipare la cassa
integrazione straordinaria.
Un’ulteriore iniezione di tranquillità che spegne
sul nascere le voci di possibili ritardi o addirittura impossibilità nel pagare
gli stipendi, circostanza smentita seccamente dagli stessi vertici aziendali.
Tutta da chiarire invece la voce circolata sulla possibile ulteriore
concessione di altri due anni di cassa integrazione.
Il presidente della giunta regionale pugliese Nichi Vendola mentre parla agli operai |
Alla domanda circa un
possibile ri-avanzamento della pratica presso il ministero competente il presidente
Natuzzi non avrebbe risposto. Per alcuni lasciando intendere di non essere
ulteriormente interessato a prolungare lo stato di crisi dei suoi stabilimenti
italiani, per altri lasciando ampio al negoziato, così come lo hanno chiamato
in presidenza regionale. Presidenza
che invece crede fermamente al rilancio del distretto del mobile imbottito
chiarendo che “non è il salvadanaio della sopravvivenza, ma della
riqualificazione”. E’ difficile immaginare personaggi più diversi. Da una parte
l’imprenditore Pasquale Natuzzi, dall’altra Nichi Vendola, alfiere della
sinistra italiana da 8 anni al timone della regione Puglia. In mezzo a loro
1900 persone di troppo, dal futuro incerto legato alla fabbrica che spesso ha regalato
loro tendiniti, minuti di produzione da rispettare ma anche uno stipendio
decente e premi di produzione.
Commenti
Posta un commento