CASTELLANETA RECUPERATO IL POLITTICO DI GIROLAMO DA SANTA CROCE, UNA SERIE DI 12 DIPINTI DEL 1531
di Nicola NATALE
Castellaneta (episcopio) particolare del polittico di Girolamo da Santa Croce |
La soprintendenza della Puglia e la curia vescovile presentano stasera alle 18 nel palazzo baronale di Castellaneta, le fasi del restauro del polittico
raffigurante la Madonna con Bambino e Santi di Girolamo da Santa Croce. La
rinascita e la nuova sistemazione nella cappella dell’Episcopio di Castellaneta
del polittico, una serie di dipinti uniti tra loro, sarà poi inaugurata dal
vescovo Pietro Maria Fragnelli. Tra gli interventi previsti quello del sindaco Giovanni Gugliotti, del soprintendente ad interim Marta
Ragozzino e del direttore dei lavori Angela Convenuto. Quest’ultima ha curato progetto e
percorso del restauro effettuato da Lorenzoni, un’impresa di Polignano a mare
che vanta tre generazioni attive nel settore.
A inquadrare la figura del
pittore attivo a Venezia e dai fecondi rapporti con la Puglia, mons. Cosimo
Damiano Fonseca, accademico dei Lincei, un’autorità riconosciuta per le sue
profonde competenze storiche.
Originariamente, la pala d’altare era collocata
nella Chiesa conventuale di San Francesco, sempre a Castellaneta, probabilmente deve ai francescani dell’epoca la sua committenza. Nel corso degli anni, per le
cattive condizioni di conservazione fu collocata nel palazzo comunale ed infine
nella cattedrale.
La straordinaria opera, costituita da dodici tavole
raffiguranti la Madonna con Bambino al centro e santi negli
scomparti laterali con gli apostoli nella predella, risulta firmata e
datata 1531.
La natività di Girolamo da Santacroce venduta nel 2008 a Londra ad un'asta di Sothebys |
Alla mancanza della carpenteria originale di supporto, si è
sopperito con un’intelaiatura autoportante in acciaio. L’opera é ora sostenuta dalle
staffe di supporto infisse sul retro e sulla parte superiore dell’altare che
andrà definitivamente ad arricchire.
Complesse e delicate le fasi del restauro,
precedute da indagini diagnostiche, consistite in disinfestazione,
consolidamento degli strati pittorici, rimozione di ri-dipinture e ripulitura
finale.
Particolare interessante, la
struttura metallica è stata ricoperta da un pannello ligneo finito ad oro
zecchino, con una particolare tecnica detta a missione su bolo, consistente
nell’applicazione di una lamina sottilissima sul legno precedentemente trattato con uno strato
di olio di lino, resina e pigmenti. Ciò consentirà “una raffinata unità di lettura, raccordandolo al gusto dell’epoca” dice la nota della soprintendenza.
Prosegue
quindi l’opera di valorizzazione del patrimonio storico, che insieme raccorda
esigenze economiche e culturali, senza dimenticare l’afflato religioso che ha
portato al compimento di questi capolavori.
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