UNO SGUARDO FUORI / COME CONVIVERE CON LA PREZIOSA POSIDONIA
![]() |
La conferenza stampa a Mola di Bari - Da sx l'ing. Antonella Lomoro (Eco-logica) il prof. Angelo Parente (CNR-Ispa), l'ass. all'ambiente Michele Palazzo, la dirigente Maria De Bellis |
di Nicola NATALE
La posidonia è ancora un incubo non solo per Mola di Bari, ma per tanti comuni rivieraschi.
La posidonia è ancora un incubo non solo per Mola di Bari, ma per tanti comuni rivieraschi.
Eppure la presenza
delle sue foglie caduche è un indice del corretto equilibrio marino, nonostante
le praterie - dice il prof. Angelo Parente cnr ispa - siano in costante regressione.
La presenza della posidonia nei
fondali è fondamentale per la riproduzione di molte specie ittiche e per il
rilascio di ossigeno.
La conferenza stampa di ieri a Mola è servita non solo a
presentare il corso organizzato da Eco-logica sul riutilizzo in agricoltura
della posidonia spiaggiata, ma anche a tracciare, con l’assessore all’ambiente di Mola Michele Palazzo, lo stato dell’arte per le emergenze di cala portecchia e acqua
di cristo.
Entro luglio - ha promesso l’assessore alla delegazione di pescatori
e residenti presente - provvederemo a spostare almeno parte delle foglie spiaggiate.
Per la
gestione degli ammassi - se ne creano solo a Mola banchi da un metro e mezzo di
altezza che coprono circa un ettaro di superficie - servirebbero circa 600mila
euro per quelli accumulati.
Una
problematica, quella della posidonia, che è stata affrontata da un punto di
vista scientifico in relazione agli sviluppi del progetto Prime elaborato da
Eco-logica, società di ingegneria e consulenza ambientale. Un progetto di tipo
life plus i cui risultati sono di interesse europeo e che ha consentito a Mola
di beneficiare di un finanziamento pari ad oltre un milione di euro.
![]() |
Posidonia in mare. La sua presenza apporta ossigeno alle acque poiché é una pianta ed è un preciso indicatore dell'equilibrio dell'ecosistema marino. |
Ogni anno siamo costretti ad individuare soluzioni
tampone - ha dichiarato l’assessore Palazzo - evidenziando una problematica comune
a moltissime cittadine rivierasche di tutto il mediterraneo, avendo ministeri competenti e regioni completamente scaricato ai Comuni la problematica.
Su questo punta il
corso avanzato di formazione che trasferirà ai corsisti l’esperienza maturata
dai partner del progetto Prime nel recupero e nel riutilizzo del rifiuto. Un
corso che tra aula, visite guidate e sessioni on line servirà a districarsi tra
la complessa legislazione e le innovazioni tecniche maturate per la
triturazione e la desalinizzazione delle banquettes di posidonia, così sono chiamati gli ammassi che si formano a riva.
Quest’ultimo
è un passaggio inevitabile per il conferimento in impianti di compostaggio. Il
puro e semplice conferimento in discarica o in inceneritore è la peggiore delle
soluzioni possibili secondo una circolare ministeriale.
L'ing. Antonella Lomoro (Eco-logica) |
L’ing. Antonella
Lomoro, a capo del progetto, nel descrivere le varie fasi, ha fatto cenno
all’esistenza di un impianto di compostaggio pilota a Mola nell’azienda
sperimentale La Noria, sempre a Mola. Tuttavia la maggior parte dei banchi è stato compostato presso l'Aseco di Ginosa, ora in proprietà AQP.
Un software è stato elaborato dalla
società di consulenza ambientale barese per la gestione dei residui che guiderà
amministratori e funzionari e sarà messo a disposizione dei corsisti.
Sui
risultati del Prime si è appuntato l’interesse di Tunisia, Sicilia e Sardegna
che convivono col medesimo problema. Le foglie di posidonia si staccano
naturalmente ogni anno tra marzo e giugno, per giungere poi nei mesi estivi
formare ammassi enormi che non solo imputridiscono allontanando con le
esalazioni ogni turista, ma spesso si incendiano (o vengono incendiate) aggravando e di molto il problema.
L’esigenza di salvaguardare turismo e le attività legate alla pesca ha spinto a
cercare soluzioni: al momento la migliore è la trasformazione in
ammendante e fertilizzante attraverso il compost. In passato la posidonia
veniva prelevata dagli agricoltori per mantenere umidi i loro terreni. La
soluzione trovata adatta ai tempi moderni una soluzione antica.
Commenti
Posta un commento