MIROGLIO - Q.BELL PRE-ACCORDO FIRMATO AL MISE.
di Nicola NATALE
Uno dei momenti dell'incontro al mise |
Alla fine tutto è
andato come doveva. Giuliano Macripò si è presentato all’appuntamento con il
ministero e con i sindacati.
Se tutto va bene entro Giugno in contrada
girifalco, negli immensi opifici della miroglio si assembleranno tv lcd.
Sono
100 le assunzioni promesse dall’amministratore delegato della Q.Bell che a
prima vista è parso “particolarmente empatico” come ha dichiarato Giuseppe
Massafra, segretario filctem cgil. I lavoratori potrebbero essere assunti a
partire da Giugno, mentre l’investimento si aggira intorno ai due milioni di
euro.
L’azienda non ha escluso di reimpiegare anche altri lavoratori nel caso
di evoluzione positiva dei mercati in cui è attiva, soprattutto per gli accordi
recentemente stipulati con la grande distribuzione o per lavorazioni in conto
terzi.
Dopo l’interessamento a insediarsi ad Avellino nel 2012, la Q.Bell aveva
preso in considerazione la om di Bari ma le caratteristiche dello stabilimento
l’avevano a quanto pare fatta desistere. Ministero e Regione da mesi lavoravano
per spostare l’interessamento sullo stabilimento ginosino.
Giovanni Alfieri femca cisl |
Particolare non
secondario “circa 900mila euro dovrebbero essere corrisposti alla Q.bell dal
gruppo tessile uscente” secondo Gianni Alfieri della femca cisl.
Questa somma è
la indennità che sarebbe stata versata dalla miroglio ai lavoratori non
ricollocati e che, per effetto dell’accordo del luglio 2012, va versata nelle
casse dell’azienda subentrante. “Guardiamo con estremo ottimismo a questa
soluzione, parliamo di produzione industriale, il progetto ci convince, mentre è chiaro che per chi rimane
fuori il percorso continua” dice Giuseppe Massafra mentre la riunione è ancora
in corso. Macripò avrebbe risposto tono su tono alle domande, anche le più
spigolose e questo è parso un elemento particolarmente positivo. Anche per
Alfieri della cisl che alla miroglio ci ha lavorato il “piano industriale è
magnifico, la prospettiva occupazionale duratura, mentre per gli altri che
rimangono fuori vale l’impegno della miroglio a cercare ancora altri
imprenditori fino alla fine dell’anno”.
Al centro in maglio grigio Giuliano Macripò, a.d. Q.bell. |
Il problema è al solito “la liquidità
poiché i fornitori cinesi vogliono pagamenti cash mentre la grande
distribuzione è abituata a pagare con 30-90 giorni” commenta Alfieri.
I
sindacati sono particolarmente cauti nel commentare lo sviluppo positivo della
riunione di ieri a Roma al ministero dello sviluppo ma è chiaro che si tratta
dell’ultimo treno per i 191 cassintegrati della fu filatura e tessitura di
puglia.
Anche perché non è chiaro quale chance potrà essere offerta a chi
rimane fuori dall’accordo. Paradossalmente ora che ci sono i presupposti
giuridici per continuare la cassa integrazione in deroga, sembra che il
ministero competente non abbia i fondi. E questo in un quadro in cui la Puglia,
pur pesantemente colpita dalla crisi, avrebbe usufruito in maniera minore dei
fondi destinati agli ammortizzatori sociali.
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