REINDUSTRIALIZZAZIONE: NESSUN PROGETTO A TARANTO NONOSTANTE ACCORDO NATUZZI
QUOTIDIANO DI PUGLIA 09 FEBBRAIO 2013
di Nicola NATALE
A Roma c’erano
anche i sindaci di Ginosa, Vito De Palma e di Laterza Gianfranco Lopane alla firma dell’accordo per il rilancio
del distretto del mobile imbottito.
L’accordo, inseguito dal 2006, stanzia
complessivamente 101 milioni di euro per cofinanziare i progetti di
investimento industriale.
Le quote di investimento pubblico sono suddivise tra
ministero dello sviluppo economico (40) Regione Puglia (40) e Regione
Basilicata (21).
In serata il sindaco De Palma ha commentato che si può
“registrare una folata di serenità” con riferimento alla annunciata chiusura
degli stabilimenti di Ginosa e della Martella a Matera il 28 gennaio scorso da
parte del patron del gruppo, Pasquale Natuzzi.
I partecipanti all'accordo accordo del mobile imbottito |
La chiusura dei due siti
determinerebbe un risparmio del 10%, assolutamente necessario secondo il
management al “recupero della competitività, da raggiungere attraverso la
riduzione dei costi, l’innovazione di processo e una maggiore produttività”.
Ciò anche in vista “dell’attuazione del piano di riorganizzazione” che
comporterà secondo fonti aziendali “un investimento nel 2013 di 29 milioni di
euro che si sommano agli oltre 20 milioni di euro già investiti nel 2012”.
Su
questo è tornato ancora il sindaco ginosino: “il mio pensiero mentre firmavamo
l’accordo è andato ai circa 450
lavoratori della natuzzi di Ginosa che stanno vivendo una situazione
critica”.
De Palma si augura anche che le regioni Puglia e Basilicata stringano
ulteriori accordi per il sostegno al credito al fine di facilitare gli
investimenti alle imprese del distretto, in modo da assorbire effettivamente i
lavoratori in esubero. Secondo il sindaco di Ginosa se ci fossero investimenti
e facilitazioni ci fossero effettivamente sarebbe più facile per il Comune
“ottimizzare il quadro delle infrastrutture per la mobilità ed il sistema della
logistica sul territorio”.
A commentare
l’accordo naturalmente anche i sindacati e gli operai.
Pasquale Natuzzi, presidente ed amministratore delegato del gruppo omonimo |
Fin troppo
chiaro il commento di Antonio Stasi, neo segretario provinciale della fillea
cgil “noi non ci stiamo, dopo questo accordo capiremo se veramente Pasquale
Natuzzi è ancora interessato a fare impresa su questo territorio”.
Un operaio
commenta all’uscita dell’assemblea: “spero che quello che hanno detto non si avveri,
l’assemblea è utile per capire in maniera precisa come stanno le cose”.
Il tutto ruota attorno al piano di
riorganizzazione che Lamusta (fillea cgil) invita a ripensare, anche in ragione
della produzione spostata in Romania.
Per Vito Lincesso (filca cisl) è
importante che nella gestione dell’accordo i sindacati “siano dentro come regia
e gestiscano le risorse per la riqualificazione del personale”.
Allo stato
delle cose i 1800 esuberi dichiarati da natuzzi dovrebbero essere riassorbiti
dalle riorganizzazioni o nuove iniziative industriali.
Peccato che secondo
alcuni sindacalisti “per il territorio di Taranto non ci sia nessuna
manifestazione di interesse, speriamo che nei prossimi giorni le cose cambino”.
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