MARINA DI GINOSA / VILLA GENUSIA, SIAMO UN NUOVO MODELLO
QUOTIDIANO DI PUGLIA 20 FEBBRAIO 2013
di Nicola NATALE
Da sx il dr. Giacomo Cecere (coordinatore sanitario) l'avv. Francesca Parisi (responsabile del personale) Francesco Castria presidente, dr.ssa Daniela Ugolini |
Una mostra di pittura in
una residenza sanitaria assistita, per iniziare.
Questo è il nuovo corso che
Villa Genusia intende intraprendere per diventare un luogo più vivo che mai. Ad
inaugurare questa apertura alla cultura sarà Igli Arapi, un artista di Martina Franca. L’iniziativa partirà il 28 Febbraio prossimo.
L'esterno di Villa Genusia a Marina di Ginosa |
Ma non era
questo il solo scopo della conferenza di ieri a Marina di Ginosa, dove ha sede
la struttura che ospita 90 anziani non autosufficienti.
Villa Genusia ha inteso
replicare alle voci circolanti in città.
Francesco Castria, il presidente della
cooperativa civiltà futura, ha voluto rendere noti i costi di permanenza “assolutamente al di sotto dello standard medio pugliese per questo
tipo di struttura”.
Le rette
variano dai 12 euro al giorno per il centro diurno, ai 30 per la
residenza sanitaria, fino ai 41 per la residenza socio-sanitaria assistenziale,
integrati poi dalla copertura regionale o comunale, fino a concorrenza con il
costo reale.
Con un rapporto di un socio lavoratore per ogni persona
assistita. Ogni giorno attuiamo un piano assistenziale individuale - ha
ribadito la dr.ssa Daniela Ugolini - che consente di riportare i nostri ospiti ad una vita degna di essere vissuta, sono persone che le famiglie di provenienza non sono più in grado di aiutare.
Una delle tante attività che si svolgono all'interno della residenza socio-sanitaria |
Le
malattie degenerative unite alla condizione di fragilità dell’anziano
determinano il brusco passaggio nei familiari dalla condizione di figlio a
quella di “genitore”.
Anche per il dr. Giacomo Cecere, coordinatore sanitario, l’inserimento degli ospiti in attività sociali e culturali consente di “ridurre e in molti casi eliminare le terapie farmacologiche”.
Anche per il dr. Giacomo Cecere, coordinatore sanitario, l’inserimento degli ospiti in attività sociali e culturali consente di “ridurre e in molti casi eliminare le terapie farmacologiche”.
Sullo spirito cooperativo ha molto insistito il presidente
Castria.
In un intervento energico che ha rimarcato come “non è vero che qui si lavora troppo, è vero che adottiamo test di gradimento per i pazienti, per i loro familiari, per i soci lavoratori che devono essere sempre disponibili perché qui si assistono persone, il successo della nostra iniziativa dipende dal nostro coinvolgimento, dal sentirsi parte di questa struttura, non dipendenti”.
In un intervento energico che ha rimarcato come “non è vero che qui si lavora troppo, è vero che adottiamo test di gradimento per i pazienti, per i loro familiari, per i soci lavoratori che devono essere sempre disponibili perché qui si assistono persone, il successo della nostra iniziativa dipende dal nostro coinvolgimento, dal sentirsi parte di questa struttura, non dipendenti”.
L'articolo del Quotidiano di Puglia |
La residenza per
la quale sono stati investiti 15 milioni di euro nel 2005 può ospitare ancora
altri 60 anziani, tolti magari alle corsie d’ospedali, dove costano alle casse
regionali anche 700 euro al giorno e dare altrettanti posti di lavoro.
La
novità dei prossimi mesi sarà l’inizio dell’assistenza domiciliare e la
proposta al Comune di istituire un albo di badanti ed infermiere. Assieme alla proposta di utilizzare altrimenti gli opifici in disuso.
Magari per stoccare e produrre materiale sanitario che qui in Puglia costa molto più caro alle asl ed alle strutture di cura rispetto ad altre realtà dell'Emilia.
Magari per stoccare e produrre materiale sanitario che qui in Puglia costa molto più caro alle asl ed alle strutture di cura rispetto ad altre realtà dell'Emilia.
Fateci le
analisi del sangue - conclude Castria - ma poi scrivete anche il nome delle
strutture che non attuano alla lettera il sistema di regole che la Regione
impone e che noi rispettiamo, ci chiamiamo civiltà futura non a caso.
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