CIA SICCITA’ 2012: QUELLA RELAZIONE NON VA BENE
QUOTIDIANO DI PUGLIA 19 FEBBRAIO 2013
di Nicola Natale
di Nicola Natale
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Al centro in verde Vito Rubino (cia) |
Danno di
immagine per l’agricoltura.
Non usa mezzi termini la Cia, l’organizzazione che
dal 1977 si batte per la “pari dignità degli agricoltori nella società”.
Questa volta ad ispirare una
vera e propria nota di protesta è stato il decreto per la siccità 2012.
Solo pochissime aziende agricole potranno usufruirne giacché sono state escluse le imprese del settore frutticolo, quelle che producono uve apirene ed infine il settore dei bovini da carne.
Solo pochissime aziende agricole potranno usufruirne giacché sono state escluse le imprese del settore frutticolo, quelle che producono uve apirene ed infine il settore dei bovini da carne.
Colpendo soprattutto, dice la nota della Cia, le
imprese agricole del versante occidentale da Taranto a Ginosa, come effetto
delle diverse percentuali adottate per le varie colture.

La richiesta
che viene dagli uffici di corso italia è rivolta all’assessorato competente
della Regione Puglia.
A quest'ultima si chiede di procedere all’integrazione della relazione e l'invio di una richiesta di proroga al ministero rispetto alla scadenza delle domande prevista per il 26 febbraio.
A quest'ultima si chiede di procedere all’integrazione della relazione e l'invio di una richiesta di proroga al ministero rispetto alla scadenza delle domande prevista per il 26 febbraio.

Dimenticando che gli uffici competenti ci hanno messo circa 10 anni per liquidare i danni relativi alle calamità del 2003, comunque con percentuali minime rispetto all’entità dei danni subiti.
Nelle campagne joniche un numero altissimo di
aziende agricole individuali è cessato, le estensioni di terreno incolto
crescono costantemente, senza per questo che il carattere intensivo
dell’agricoltura jonica sia stato scalfito.
Chi si è
dotato di solidi agganci commerciali, anche tramite le organizzazioni di produttori, è riuscito in qualche modo a resistere al drastico calo degli utili.
In generale però il calo di addetti e di fatturato del comparto agricolo è stato impressionante in questi anni.
In generale però il calo di addetti e di fatturato del comparto agricolo è stato impressionante in questi anni.
Gran parte della manodopera nelle campagne è stata sostituita da
lavoratori immigrati, causando problemi di integrazione con gli stessi operai
locali giudicati “meno flessibili” da alcuni datori di lavoro.
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