ARTE CONTEMPORANEA, MOSTRA CHOC A LATERZA
Brema, una delle opere di Sumo esposte fino al 24 Febbraio nella sala della cavallerizza |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 19 FEBBRAIO 2013
di Nicola NATALE
C’era una volta
il lieto fine. O meglio il funerale di Hänsel e Gretel, questo il nome della
mostra di arte contemporanea di Sumo inaugurata sabato 16 gennaio, a
Laterza presso la sala cavallerizza del palazzo marchesale.
Le loro opere,
fotogrammi su pvc con interventi a ricamo e installazioni con materiali vari,
saranno visibili fino al 24 febbraio, tutti i giorni dalle 20 alle 22.
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Sumo (Mario Suglia Leonardo Moscogiuri) |
I sumo
sono un sodalizio artistico nato tra Mario Suglia (1971) di Laterza e Leonardo
Moscogiuri (1971) di Avetrana già noti per le loro maioliche di antica tradizione.
Ma
l’influenza del dams di Bologna in cui hanno studiato li ha spinti a non abbandonare l’arte contemporanea, con tutto il suo corredo di
inviti alla riflessione e provocazioni.
Già perché le opere sono
tratte da fotogrammi di film, come
si dice con linguaggio antico, a luci rosse, ma non hanno nulla che si richiami anche lontanamente al
sesso.
Solo mostrano allo spettatore attento, l’uccisione dell’immaginario
infantile e la cruda verità dietro l’insormontabile strato di manipolazioni
culturali in cui siamo costantemente immersi. Colpisce il pugnale inflitto nel
minicavallo a dondolo, i volti sgranati dei pagliacci che sembrano teschi, la
fragilità dei bicchieri su cui poggia imbiancato quel che resta del nostro
passato, in oggetti e immaginario.
Insomma non è una mostra per spiriti
semplici quella dei sumo e forse per questo ha incontrato il patrocinio di
regione Puglia, provincia di Taranto e comune di Laterza e di uno sponsor
privato, la selime.
L’installazione è poi stata curata da Trisma, una società specializzata e da Manuela Clemente. L’impressione è quella di trovarsi, per la natura delle opere, in uno qualsiasi dei tanti musei di arte contemporanea sparsi nelle citta europee o americane. A dimostrazione che la provincia, quando vuole, può scrollarsi di dosso l’immagine stereotipa che gli viene incollata addosso.
L’installazione è poi stata curata da Trisma, una società specializzata e da Manuela Clemente. L’impressione è quella di trovarsi, per la natura delle opere, in uno qualsiasi dei tanti musei di arte contemporanea sparsi nelle citta europee o americane. A dimostrazione che la provincia, quando vuole, può scrollarsi di dosso l’immagine stereotipa che gli viene incollata addosso.
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