PROVINCIA DI TARANTO BORSE LAVORO: UNO SU TRENTA CE LA FA
QUOTIDIANO DI PUGLIA 8 DICEMBRE 2012
di Nicola NATALE
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La sede in via Tirrenia dell'assessorato al lavoro della Provincia di Taranto |
In migliaia per
una borsa lavoro, o meglio per un “percorso individuale di inserimento
aziendale”.
Il tutto finanziato dal fondo sociale europeo, dal fondo di rotazione nazionale ed
il 10% dalla Regione.
Ieri (7 dicembre) la
Provincia di Taranto ha iniziato a convocare le migliaia di aspiranti a circa
830 euro al mese per sei mesi. In centinaia hanno affollato gli uffici di Via
Tirrenia, precedentemente chiamati da una telefonata che giungeva con prefisso
06.
Solo duecento di loro riusciranno però ad essere collocati, con obiettive
difficoltà dato il durissimo momento che molte imprese joniche stanno vivendo.
Il guaio è che gli ammessi sono 5.995 secondo l’atto dirigenziale n.221 dell’8 Novembre
scorso. Uno su trenta ce la farà, e sarà scelto in base alla situazione
economica equivalente, alla maggiore anzianità di disoccupazione, all’essere di
età compresa tra 18 e 25 anni o ad avere più di 45 anni. Dovrà naturalmente
sostenere anche un colloquio di tipo “informativo- motivazionale”.
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Al centro della foto l'ass. Luciano De Gregorio con il presidente Gianni Florido |
Non c’è
dubbio che l’assessorato retto da Lucano De Gregorio (pd) abbia operato
correttamente e ce l’abbia messa tutta, sfruttando i fondi assegnati in sede
europea, nazionale e regionale.
L’intera operazione mostra però i limiti delle politiche attive del
lavoro concepite in ambito europeo. Innanzitutto temporali: l’avviso è ormai
dell’aprile scorso e chissà quando
i 200 aspiranti potranno avviarsi alla loro fase di formazione mirata in
azienda. Poi c’è il non trascurabile fatto che le fasi di selezione vengono
affidate esternamente. Questo significa fare una gara pubblica per individuare
l’azienda[1]. Intanto giovani e meno giovani sostavano ieri pazienti lungo i corridoi in
attesa non del colloquio, impossibile a farsi per i numeri, ma per la consegna
di altri moduli con la spiegazione di quanto avvenuto per la selezione ed il
rinvio al 7 Gennaio. Vietato ironizzare sulla data. Anche perché le cifre dei
partecipanti a questa sola selezione danno una dimensione esatta del
grandissimo numero di disoccupati della provincia di Taranto. Con un rapido
calcolo i soli partecipanti a questa selezione rappresentano circa l’1% della
intera popolazione jonica. Forse è allora il caso di rivedere totalmente le
politiche del lavoro: e questo non è compito della Provincia ma dell’Europa.
[1] Cosa che
genera sì altro lavoro, ma legato al settore pubblico, alla disponibilità di
fondi europei e soprattutto finanziato con una tassazione pesantissima. Non si
vede perché poi, nell’era informatica, con i centri per l’impiego totalmente
informatizzati non si possano chiamare direttamente per mail o per sms gli
aventi diritto con opportuno punteggio.
Non gli si possa far compilare online un test, con tanto di richiamo
alle sanzioni penali in caso di dichiarazioni false. Certo ci saranno leggi e
direttive precise che lo vietano, ma un altro mondo è possibile. Basta volerlo.
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