TERRA DELLE GRAVINE, POST ILVA E POST MIROGLIO
di Nicola NATALE
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Francesco Zaccaria, 29 anni, l'uomo morto in seguito alla caduta in mare della gru dell'Ilva su cui lavorava. E' stato ritrovato dopo due giorni. |
La provincia è
stordita da quanto succede nel capoluogo.
Man mano arrivano i racconti dei
tanti che intorno alle 11 del 28 Novembre 2012 si trovavano a Taranto per le più svariate
ragioni, ed hanno visto un principio
di apocalisse.
Il paragone più
usato, quello dei film americani di genere catastrofico.
Ma assieme al dramma
dell’operaio disperso e poi ritrovato morto due giorni dopo, al dramma più generale sollevato dalla vicenda ilva, la
vicende scorrono vorticose anche nella Terra delle Gravine.
Da Ginosa a
Palagianello, passando per Laterza e Castellaneta gli avvenimenti locali si
mischiano a quelli nazionali.
Succede così che le riprese di Net-unoTv del consiglio comunale flash di
Castellaneta finiscano a Striscia la notizia su Canale 5 ieri a supporto della
consegna-sfottò del mezzo provolone a Giovanni Gugliotti e di una tutina da
mimo al presidente Nardulli.
Ma
queste sono notizie minori rispetto al rischio del licenziamento per gli oltre
220 cassintegrati Miroglio.
Di ieri (28 Novembre) la convocazione in Provincia per l'11 Dicembre alle ore 11.00 presso
l’Agenzia del lavoro per comunicazioni riguardanti la procedura
di mobilità aperta il 21 Settembre scorso.
I sindacati cgil cisl uil avevano inviato mercoledì scorso a Roma
una richiesta urgente di incontro al Ministero del Lavoro all’attenzione del dott.
Giuseppe Sapio.
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Gianni Alfieri-femca cisl |
Il ministero è l’unico interlocutore in questo momento in grado
di interrompere la procedura di mobilità. “Questa è l’ultima fase, dopo
arrivano le lettere di licenziamento” commenta amaro Gianni Alfieri della Femca Cisl.
Qualcuno butta lì la proposta di far salire le donne sul tetto della Miroglio
ma è l’intera provincia che trema al pensiero della disoccupazione e della
precarietà.
61 persone la vedono ma solo due scrivono mi piace: a dimostrazione
che i 220 non sanno veramente cosa inventarsi più per difendere il loro posto
di lavoro finito all’estero.
Con i marchi della Miroglio nelle principali vie
italiane a vendere abiti in cui nemmeno il tessuto è fatto utilizzando norme e
costi del lavoro europei.
Lunedì scorso (26 novembre) i sindaci di Ginosa, Laterza e
Castellaneta avevano chiesto al presidente Vendola di convocare al più
presto un incontro con il
Ministero dello Sviluppo Economico e con il sottosegretario di stato “per la
problematica riferita alla rioccupazione dei lavoratori della ex Miroglio”.
Un
quadro fosco, appena allietato dai numerosi convegni ed iniziative culturali e
di spettacolo che si susseguono senza sosta. Mentre la maggior parte ha
approfittato nei giorni scorsi per iniziare la raccolta delle olive, un rito
che assume un sapore antico, quasi nostalgico ma che poco o nulla ha più della
attività economica per i tanti produttori. L’oro verde è tale solo per pochi.
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