LATERZA, CURVET: 40 FAMIGLIE CON L’INCUBO DISOCCUPAZIONE
dal Quotidiano di Puglia del 2 Ottobre 2012
di Nicola NATALE
I lavoratori Curvet durante una protesta davanti ai cancelli della fabbrica chiusa |
Notizie non
tranquillizzanti per i lavoratori della Curvet, lo stabilimento laertino
all’avanguardia nella lavorazione del vetro curvo.
I circa 40 lavoratori si
sono riuniti ieri, davanti al cancello dello stabilimento, per fare il punto
qualche giorno prima della scadenza della cassa integrazione con i
rappresentanti sindacali. L’ammortizzatore sociale scade il 3 Ottobre.
Da sx Giuseppe Massafra (filctem cgil) ed Amedeo Guerriero, (Uilcem) all'interno della Curvet |
Venerdì
scorso a Bari, presso la task force regionale per l’occupazione, i sindacalisti
Amedeo Guerriero (uilcem) e
Giuseppe Massafra (filctem) - insieme con una delegazione di cassintegrati -
hanno discusso sulla proposta di subentro che la casa madre di Colbordolo (Pesaro)
starebbe vagliando.
Una proposta ha affermato Massafra che “ci lascia con molti
dubbi”.
Non c’è infatti al momento alcuna richiesta di proroga della cassa
integrazione guadagni straordinaria (cigs) da parte della Curvet, né piano
industriale, quindi nessuna certezza sul destino dei 40. Si teme anche per loro
la mobilità (come già con i 203 della Miroglio di Ginosa e Castellaneta). I
sindacati “preannunciano in tal caso un’azione legale per il recupero dei
crediti maturati e non riscossi dai dipendenti Curvet” sempre più scettici sul loro futuro.
Tuttavia i
sindacalisti non demordono e dicono che si possono “trovare soluzioni più
convincenti”. Anche perché la Curvet di Laterza avrebbe potuto lavorare con
commesse locali se non fosse stata data la precedenza alle commesse della casa
madre.
LATERZA - L'interno ormai inattivo della Curvet |
Tali commesse pur evase, non hanno riequilibrato le entrate dello
stabilimento laertino, mettendolo automaticamente in deficit: gli fu staccata
persino l’energia elettrica.
Un mercato per un’azienda all’avanguardia come la
Curvet, con stabilimento e macchinari pagati anche grazie a contributi
pubblici, ci sarebbe.
Ma la Curvet non è autonoma, ha la testa a Colbordolo e
decide in base alle logiche della casa madre. Del resto la cessione
dell’azienda, una sua eventuale piena attività in un mercato di colpo diventato
più piccolo, potrebbe costituire una pericolosa concorrenza interna.
Impossibile sapere se la proposta in campo è ancora quella proveniente da una
cordata di imprenditori con rappresentanza a Manduria di cui si parlava nel
Luglio scorso.
Proposta che salverebbe solo una parte degli occupati e che
lascia perplessi sul fatto che sia un’effettiva soluzione.
Il dilemma che si
scioglierà il 3 Ottobre.
Allora si vedrà se ci sarà un altro anno di respiro (e
di inattività) per i dipendenti con una nuova cigs o se la mobilità dichiarerà
chiuse le speranze anche per l’avveniristico stabilimento in contrada Difesa
Murge.
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