CASTELLANETA RESTA TARANTINA
Quotidiano di Puglia del 20 Ottobre 2012
di Nicola NATALE
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La Giunta Gugliotti di Castellaneta |
Castellaneta
rimane nel suo alveo, cioè in provincia di Taranto.
Il Consiglio comunale
finisce dopo tre ore, ma la direzione è scontata. Il sindaco Giovanni Gugliotti
chiarisce che l’intento della delibera è escludere un accorpamento con la
Provincia di Lecce.
La maggioranza si unisce alla minoranza nello stigmatizzare
la legge di riordino con un attacco fortissimo ai consiglieri regionali e a chi
ha calato dall’alto una mannaia “che non farà risparmiare”. Coltissimo
l’intervento del professor Rocco Loreto a cavallo tra storia, glottologia ed
antropologia per dire una cosa: “i nostri governanti si caratterizzano per
analfabetismo antropologico”.
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Rocco Loreto, consigliere di minoranza di Castellaneta |
“Definizioni di confini di questo genere si fanno
ogni due o trecento anni e noi siamo qui a parlarne in articulo mortis, quando
tutto è stato deciso”.
Interessantissima la digressione sul ceppo
pre-indoeuropeo rimasto impresso nei nostri dialetti che dimostrerebbe una
peculiarità delle popolazioni joniche, che non può essere compressa a colpi di
accetta dal bruto dato demografico e di superficie.
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Maurizio Cristini, consigliere di minoranza patto per la città |
Lo stesso Maurizio
Cristini, condividendo l’intervento magistrale di Rocco Loreto, dice che si
assiste “ai danni della politica, e che con Taranto capoluogo, scelta
inevitabile, si assiste comunque ad uno stupro dei comuni brindisini”.
“Ci
stanno togliendo la nostra storia e le nostre tradizioni” ha concluso.
Alla
fine una riunione di capogruppo supera l’impasse determinata da una delibera
che poco può influire sulle sorti del riordino: la noia serpeggia a tratti.
Si
raggiunge l’unanimità nell’accettare come capoluogo Taranto, ma ci sono
distinguo sugli effetti del riordino. Loreto, per coerenza con il suo discorso,
non partecipa alla votazione.
Non attrae la scelta di Bari, nonostante il
riferimento ai Peuceti come tradizione culturale e linguistica, della città del
mito.
Castellaneta resta nell’alveo tarantino, dubbiosa però che dal riordino
ci possa essere un effettivo miglioramento e tantomeno un risparmio per le
assetate casse pubbliche.
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