MARINA DI GINOSA PIANGE SABRINA.
Sabrina Blotti
ha vissuto effettivamente a Marina di Ginosa, in provincia di Taranto.
La cronaca l’ha imprigionata nel
suo luogo di nascita (Bari) e di residenza (Cesena), ma gran parte dei suoi interessi e dei
contatti erano ancora in riva allo Jonio, dove ha vissuto per la maggior parte
dei suoi 45 anni.
E dove la madre è stata un’amatissima maestra delle
elementari.
Ha frequentato il liceo classico di Ginosa, fucina di
cultura e di grandi amicizie proseguite dopo la maturità.
Pochi giorni fa era tornata e aveva
promesso di salutare i suoi amici, con cui aveva ancora contatti.
Poi il tempo, le
incombenze non le hanno fatto mantenere per tutti la promessa.
Non a caso lo sgomento e lo smarrimento é
stato vivissimo tra i suoi amici, che conservano il ricordo degli anni
spensierati in comitiva, quando Marina di Ginosa era una meta irrinunciabile
per le vacanze balneari.
Poi la vita l’aveva portata altrove, a Cesena ed aveva conosciuto lo scorso autunno
anche il dolore della separazione dal marito, Gianni Capobianco, con cui però
era rimasta a quanto pare in buoni rapporti, anche perché da lui aveva avuto
due figli.
Tra le sue frasi preferite scriveva “i nostri limiti sono quelli che
ci diamo” e “non c’è nulla di più triste di un giovane pessimista” di Mark
Twain.
Nulla che facesse pensare al terribile epilogo della sua vita e alla fine del suo sorriso solare per mano di uno stalker che aveva pure denunciato.
Nulla che facesse pensare al terribile epilogo della sua vita e alla fine del suo sorriso solare per mano di uno stalker che aveva pure denunciato.
I messaggi si sono affollati sulla sua bacheca facebook, molti dei quali
toccanti e di ringraziamento per quello che Sabrina é stata ed ha fatto nella
sua vita.
Una persona di cui tutti hanno sottolineato il sorriso e la voglia di
vivere, che sapeva farsi volere bene. La sua scomparsa getta una luce tragica
su un fenomeno, quello dello stalking, definito una vera pandemia dall’UN
Women, l’agenzia dell’Onu per la parità di genere.
Solo nel 2009 in Italia si è
avuta una legge apposita, ma il neo principale è che scontata la pena, uno stalker su
tre torna a tormentare la vittima. Ed è stato proprio il caso della donna che aveva denunciato quello che poi sarebbe diventato il suo assassino il 19 Aprile scorso.
Solo a Roma e Milano esistono al
momento centri denominati “presunti autori” dove gli stalker chiedono aiuto ed
iniziano percorsi di risocializzazione.
Troppo tardi però, addio Sabrina,
Marina di Ginosa non ti dimenticherà.
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