ALTRI SEI MESI DI CASSA PER I 222 DELLA MIROGLIO?

dall'articolo del Quotidiano del 7 Giugno 2012 - 
oggi e domani 9 giugno altri aggiornamenti 
di Nicola NATALE
Il dirigente Alessio Fois dà la notizia dell'indisponibilità del CdA Miroglio a ritirare la mobilità,
ma al secondo giorno  l'azienda di dice disponibile a trattare- foto ANGELO CINIERI
Improvvisa svolta positiva per i 222 della Miroglio. 
La dirigenza della Miroglio si è detta disponibile a ritirare la mobilità e ad avanzare proposta di ulteriore cassa integrazione per sei mesi al Ministero del Lavoro. 
Nel frattempo la società di consulenza Wollo, con sede a Torino, indicata dallo stesso gruppo piemontese di Alba e nuovamente ingaggiata, continuerà a cercare come nell’ultimo anno, gruppi industriali in grado di dare una nuova destinazione d’uso ai capannoni di Ginosa e Laterza. 
Quegli opifici enormi, svuotati da tutti i macchinari ed anche dei componenti elettrici riciclabili, sono ormai desolatamente vuoti. La notizia è arrivata in mattinata dopo che durante la notte contatti frenetici erano intercorsi tra il management ed il Consiglio d’amministrazione del gruppo.  
Uno dei momenti di tensione ai cancelli della Miroglio Fashion - FOTO ANGELO CINIERI
Il problema era mettere nel piatto qualcosa che convincesse i 150 cassintegrati a sloggiare dal presidio di Alba innanzi alla Vestebene, marchio storico del Gruppo ed ormai contenitori di tanti altri marchi ben più noti. La soluzione è stata trovata, come già detto, con il ritiro della mobilità, poiché  già dalle sei di ieri mattina gli operai erano ai cancelli. 
Nel frattempo c’è chi dichiara che la cassa dovrebbe andare avanti di sei mesi in sei mesi per altri due anni, ma i sindacati frenano. 
Un attimo dice Tiziana Marini della femca cisl: “la cassa da luglio a dicembre prosegue solo se ci sono i presupposti poiché è una cassa in deroga ed è il Ministero che decide”. 
Attualmente l’ipotesi Barbero, l’azienda alimentare albese, è l’unica in piedi, ma prevede l’assunzione di soli 50 soggetti, di sesso femminile e un piano industriale ancora da presentare in Regione nei prossimi giorni. Solo in questo caso il gruppo proporrebbe nuova cigs, che si giustificherebbe per i non assunti solo con una prospettiva di rioccupazione. Va detto a questo proposito che al versamento del rateo di cigs non partecipa finanziariamente l’azienda, ma solo il Ministero attraverso l’Inps ed in alcuni casi la Regione. Non in questo caso però, perché la Regione Puglia ha avuto stanziamenti inferiori alle necessità. Il nodo rimane l’incentivazione all’esodo corrisposta in questi anni in aggiunta al rateo di cigs. L’azienda vorrebbe sollevarsene, ma questo porterebbe il reddito dei cassintegrati a circa 7-800 euro al mese. Nel frattempo la dirigenza ha messo sul piatto anche un incentivo al licenziamento da corrispondersi in due tranche. 
La prima all’apertura della nuova procedura di cigs, l’altra alla fine. Per cui rimarca ancora Marini: “non possiamo dirci soddisfatti perché manca ancora una prospettiva di rioccupazione per tutti i lavoratori interessati, ma abbiamo la speranza con la cigs di trovare finalmente  il soggetto imprenditoriale giusto”. 
Soddisfatti gli operai che prima di ripartire per Ginosa hanno fatto una sfilata di ringraziamento per le vie di Alba, scusandosi per il disagio arrecato e ringraziando il sindaco di Alba Maurello ed il consiglio comunale per la solidarietà espressa. Ringraziamenti da parte dei manifestanti per i media, le forze dell’ordine, la protezione civile e naturalmente per don Gianfranco Marengo della Parrocchia di San Cassiano che ha messo a loro disposizione i locali parrocchiali e persino le brande su cui dormire.

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