MIROGLIO: SEMPRE PIU’ CERTA LA MOBILITA’. I MIROGLINI "SI TORNA AD ALBA"
dall'articolo del Quotidiano del 23 Maggio 2012
di Nicola NATALE
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Roma. Un momento della discussione tra gli operai ed una sindacalista nazionale |
Niet da Alba, la
mobilità non è in discussione per i 222 cassintegrati della Miroglio.
Loro però
lo hanno appreso a Roma dove ieri era convocato per l’ennesima volta un tavolo
per aggiornamenti sulla possibilità di rioccupazione.
Possibilità ridotte al
lumicino, perché pare che la Barbero di Alba tra le 50 assunzioni promesse
cerchi solo figure femminili, la netta minoranza del personale impiegato dalla
gloriosa Filatura e Tessitura di Puglia.
Non erano molte le speranze di
arrivare a qualche risultato ma nemmeno di tornare con le pive nel sacco e per
giunta umiliati.
Questa volta a
protestare non sono solo i lavoratori ma anche la giunta provinciale di Taranto
per bocca dell’assessore Marta Teresita Galeota che ha seguito parte
dell’incontro romano.
Per l’assessore “a pochissime settimane dalla conclusione
della mobilità non si riescono ad ottenere le risposte necessarie per non
soffocare un territorio già duramente provato”.
Più di tutto ha irritato il
fatto che i delegati di Miroglio, Fois e Bertolino, abbiano fatto riunione
“ristrette” con i sindacalisti nazionali durante l’ora degli incontri ufficiali
lasciando in attesa assieme ai lavoratori e ai loro legittimi rappresentanti, gli
rsu, i sindaci dei territori interessati che da tempo si spendono inutilmente
sulla vicenda.
E inutilmente il sindaco De Palma ha invitato al tavolo romano l’amministratore delegato Giuseppe Miroglio e il presidente della giunta
regionale Nichi Vendola.
Miroglio gli ha risposto che sulla vertenza i delegati hanno pieni poteri operativi e la proprietà è costantemente aggiornata sui suoi sviluppi.
Il principio su cui si basano i comportamenti per parte
aziendale appare chiaro: vi abbiamo sostenuto per tre anni, nessuno vuole
reinvestire, siete in mobilità.
Inutile parlare di responsabilità sociale
d’impresa nel clima morale che da molti anni si respira.
Intanto un’ulteriore
proroga è stata concessa a Barbero, fino al 4 Giugno, per presentare un piano
industriale e soprattutto finanziario, visto che finora non c’è n’è traccia.
Cosa oltremodo sospetta perché questi ritardi sono gli stessi che hanno
contraddistinto le ipotesi di riconversione di Intini, Be4Energy e Marcolana.
A
questo punto non si sa quanto veri siano questi tentativi di salvataggio nella crisi
di competitività che sembra aver infettato gran parte dell’industria italiana.
Gli operai intanto, disperati, meditano il da farsi, e sono per tentare una
nuova sortita ad Alba, manifestare ad oltranza. Portandosi dietro sacchi a pelo e tende.
Dalla città piemontese hanno ottenuto addirittura la
solidarietà di un consigliere comunale di minoranza, Giovan Battista Panero.
Con un ordine del giorno ha chiesto al sindaco di adoperarsi perché si trovi
una soluzione ad una vicenda che è l’ennesima sconfitta
dell’industrializzazione portata al sud a suon di fondi pubblici.
Ma è tutto il sistema industriale italiano messo fuori gioco dal combinato disposto delle norme europee e dall'Organizzazione Mondiale del Commercio, WTO.
Su questo dovrebbe riflettere chi in questi ha guidato la politica industriale italiana ed europea.
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