NATUZZI LATERZA. SCIOPERO CONTRO IL RIDIMENSIONAMENTO. I SINDACATI: L’AZIENDA PARLI CHIARO


di Nicola NATALE
Un presidio allo stabilimento di Laterza il giorno prima dello sciopero
La crisi fa arrivare i nodi al pettine. E questa volta è toccato ai lavoratori Natuzzi dello stabilimento di Laterza scioperare. Hanno appreso in maniera del tutto casuale che il reparto complementi d’arredo sarebbe stato completamente cancellato dopo essere passato negli anni scorsi dalla produzione al semplice smistamento.  Sono finiti purtroppo i tempi in cui c’erano addirittura le feste di fine anno per premiare l’impegno che faceva sfornare divani a migliaia dagli stabilimenti Natuzzi. Poi è iniziata la delocalizzazione anche con lavoratori che andavano a istruire i loro colleghi asiatici. Lo sciopero è rientrato poi venerdì scorso con la promessa da parte del management Natuzzi di non “disinvestire in Puglia e Basilicata”. Senza escludere trasferimenti però dice la nota di Vito Basile della Natuzzi Corporate. In pratica il reparto complementi di Laterza non è affatto escluso dal rischio di chiusura. Il piano di riorganizzazione aziendale pur volendo migliorare insieme alle organizzazioni sindacali le strutture produttive e commerciali, si scontra - secondo l’azienda - con la difficile congiuntura di mercato e l’inerzia delle istituzioni. Secondo Vito Basile non sono più rinviabili “le modifiche al mercato del lavoro, l’abbattimento della pressione fiscale, il supporto ai distretti industriali affinché la forte volontà di fare impresa in Italia abbia una minima convenienza”.  Fin qui l’azienda ma cosa dicono i lavoratori? Siamo andati a sentire Antonio Zicari, rappresentante sindacale della Fillea CGIL, uno dei 680 dipendenti assunti presso lo stabilimento laertino. La Natuzzi usufruisce di cassa integrazione in varia intensità dal 2003, forse un caso unico in Italia.
Antonello Zicari,  Fillea CGIL
Cosa fate a Laterza?
Ci sono tre reparti, il taglio centralizzato delle pelli, il magazzino pelli e i complementi d’arredo. Attualmente ci sono 400 operai in cassa integrazione che lavorano 6 ore a settimane alterne e 280 colleghi a zero ore, cioè non lavorano più.
Non ritenete che fare sciopero in questi frangenti complichi le cose?
Non si può dire una cosa ai tavoli romani e poi farne altre negli stabilimenti. I rappresentanti sindacali di Laterza chiedono che il presidente dica con chiarezza cosa vuole fare dei suoi collaboratori.  Basta con i giri di parole e soprattutto basta con decisioni unilaterali senza confronto ad un tavolo ufficiale. Andiamo a discutere a tavoli dove si è già deciso tutto.
E’ normale essere in cassa integrazione per così tanto tempo?
Il problema è che secondo il management Natuzzi con i livelli di ordini attuali  bastano 801 persone e le altre dovrebbero andar fuori. Noi non ci stiamo e abbiamo sempre proposto una cassa integrazione a rotazione che tenesse dentro tutti. Non è possibile farlo in maniera rigorosa per ragioni  tecnico-produttive dice l’azienda ma l’obiettivo per noi é quello.
Non crede che per Natuzzi sia ormai impossibile tener fede alla promessa di non lasciare nessuno fuori?
L’intenzione di Natuzzi di riorganizzare la produzione degli stabilimenti italiani in funzione di un mercato di nicchia è chiara anche se non viene ammessa pubblicamente.  Il fatto che ci siano 700 lavoratori a zero ore ne è la conferma. Il problema è giustificare la richiesta della CIGS al Ministero e, quindi, mantenere la calma tra i dipendenti che, però, adesso si aspettano fatti e non solo promesse.
Cosa dice l’accordo?
L’accordo siglato il 19 aprile è stato un grande successo per i lavoratori. Innanzitutto il reparto magazzino complementi manterrà i suoi attuali livelli di occupazione, infatti in caso di trasferimento delle attività sarebbe trasferito anche il personale addetto. Rispetto poi al progetto di accorpamento magazzino pelle – area ispezionamento,  l’azienda si è impegnata ad escludere la CIGS a zero ore per i lavoratori impiegati ricorrendo, se necessario, alla riqualificazione per la ricollocazione interna. E, cosa molto importante, si è cominciato a parlare di concertazione tra azienda e sindacati nell’organizzazione del lavoro. Soddisfatto di questo risultato colgo l’occasione per ringraziare coloro che ci hanno supportato nell’iniziativa ossia le famiglie dei lavoratori, l’amministrazione comunale di Laterza ed in primis il sindaco Gianfranco Lopane, l’on. del PD Ludovico Vico, i segretari di circolo del PD di Laterza e Ginosa Toni Gallitelli e Giuseppe Punzi ed, infine, il comando dei carabinieri di Laterza per aver sempre garantito condizioni di sicurezza alla protesta.

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