MIROGLIO, “MARCOLANA” DENUNCIATO. OGGI, VENERDI 13 NUOVO INCONTRO A ROMA.
dall'articolo del Quotidiano del 12 Aprile 2012
di Nicola NATALE
Andrea Barontini del Gruppo Marcolana |
E tre. Siamo
alla terza ipotesi di salvataggio industriale che sfuma.
Anche Marcolana, il gruppo tessile
pratese non passa la verifica delle strutture tecniche del Ministero dello
Sviluppo Economico (mise).
Per i 225 cassintegrati della ex Filatura e
Tessitura di Puglia, la mobilità minacciata da Alba, sede centrale del Gruppo
Miroglio nel novembre scorso si fa molto probabile.
Anche se dal Ministero non
demordono e riconvocano le parti venerdì prossimo 13. Prima del gruppo di
Prato, si erano ritirati Intini e Be4Energy mentre tante altre “manifestazioni
di interesse” non sono arrivate nemmeno a farsi considerare credibili dalla
divisione crisi d’impresa del Ministero.
Ma qui c’è una coda preoccupante tanto
che il fascicolo “è stato inoltrato alle autorità giudiziarie per le verifiche
e gli esami necessari”. Di più, il Mise ha detto che “nell’ambito delle proprie
specifiche prerogative ritiene conclusa ogni discussione con l’azienda” il cui
piano è “inadeguato a garantire la ricollocazione dei 170 lavoratori”.
Insomma il terzo addio definitivo che
ormai si imputava alla sola mancanza di capitali, non certo a problemi di cui
interessare la Magistratura. Anche se presentarsi a salvare un’intero
stabilimento, farsi presentare in pompa magna alla Regione dal vicepresidente,
senza poi avere i capitali necessari, ma anzi con la difficoltà a pagare gli
stipendi in casa, ha quantomeno del discutibile. Tanto che secondo i bene
informati “dai controlli incrociati tra Ministero e Miroglio è emersa la
malafede che avrebbe indotto a denunciare tutto alla procura per truffa
aggravata”. Pare che l’obiettivo (anche questa volta) fosse il mega
stabilimento industriale di contrada Girifalco, non già un rilancio delle
attività tessili del gruppo pratese. Insomma un film già visto, capitali
pubblici che vanno a grandi imprese private del nord che poi naturalmente
abbandonano il Sud Italia per altri lidi. Altro che dipendenti Miroglio
accompagnati paternamente alla pensione dal Gruppo, come raccontavano gli house
organ dei tempi d’oro. Con la solita difesa da parte del gruppo: abbiamo
versato in tasse più di quello che abbiamo incassato. Per capirci qualcosa in
più abbiamo interpellato Tiziana
Marini della Femca Cisl presente più volte ai tavoli romani.
Tiziana Marini (Femca Cisl) |
Cosa rimane in piedi allora di questo
“salvataggio” che va avanti da tre anni?
Chiaramente il
disimpegno di Marcolana lascia fuori 170 dipendenti. Barbero invece se il suo
piano dovesse essere confermato impiegherebbe 50 persone. Ci sono contatti con
Comune, Provincia, Regione.
Quale sarebbe allora il criterio di scelta
tra i dipendenti?
Non spetta a me
dirlo. Ci sarà un colloquio individuale con tutti i lavoratori e chiaramente la
scelta sarà a discrezione dell’azienda. Ma questo è un discorso prematuro,
perché oltre alla conferma dell’investimento, c’è l’assemblea con i lavoratori
sui problemi aperti dalla mobilità cui Miroglio non vuol più rinunciare. Sua
intenzione è farla partire non appena finisce la cassa integrazione
straordinaria, cioè al 30 Giugno. Dobbiamo valutare anche la possibilità e la
convenienza economica di altri
ammortizzatori sociali.
Non c’è più alcuna speranza?
Abbiamo chiesto
a Miroglio di impegnarsi nella riconversione ed al Ministero di lasciare aperto
il tavolo. Abbiamo chiesto anche
una disponibilità alla cessione degli stabilimenti per favorire la
riallocazione.
Ma di investitori neanche l’ombra….
No, c’è solo
qualcuno che si affaccia al Ministero.
Ma Fin-Ambient, il gruppo rappresentato da
Cristini, preme per investire. Che valutazioni ne traete?
Nessuna
valutazione approfondita, né da me, né dal segretario nazionale. Quella
proposta è stata valutata dalle istituzioni sempre in maniera secondaria
rispetto ad altre. E’ il tavolo che valuta, se loro si dovessero riaffacciare
al Ministero, allora vedremo. In realtà c’è volontà di intraprendere, ma tutti
gli imprenditori devono fare i conti con una stretta del credito. Quella di
Barbero al momento è l’unica opzione in campo. Per questo Miroglio deve
continuare la ricerca di nuovi investitori, anche se con la mobilità si è fuori
dallo stabilimento.
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