MIROGLIO. CONFERENZA CHOC DI CRISTINI. FIN-AMBIENT BOICOTTATA DA TUTTI Miroglio vuol solo scaricare i 225.


dal Quotidiano del 14 Aprile 2012
di Nicola NATALE
Raffaello Cristini mostra il business plan del Polo Industriale Italia P1-Fin Ambient
Fin-Ambient ritorna alla carica. Dopo la clamorosa bocciatura con denuncia del progetto Marcolana da parte del Ministero, Raffaello Cristini convoca una conferenza stampa a Castellaneta per ribadire la validità del loro progetto industriale e la sua copertura finanziaria tramite “Obbligazioni Italia”. Un capitale certificato dalla Banca d’Italia dice Feliciano Scarpetta che accompagna l’amministratore delegato del consorzio di imprese Italia P1.  Ad ascoltarli anche uno sparuto manipolo di cassintegrati Miroglio nella sala del Museo dedicato a Rodolfo Valentino. Per Cristini è assurdo che dopo 12 mesi nessuno abbia dato una valutazione al piano sottoposto. Piano che è stato ampiamente partecipato, fin troppo per essere un documento di strategia aziendale.  “Abbiamo scritto e contattato personalmente tutti, ministero, sindacati, politici, finora nessuna risposta”. Anche il gruppo alimentare Barbero su cui si appuntano le residue speranze di reindustrializzazione del sito di Castellaneta non sarebbe per niente una bella scelta. I due hanno raccolto un corposo dossier di sentenze emesse da vari tribunali per cui “è impossibile che il Ministero non sappia nulla”. Cristini insiste invece: “io sto portando soldi puliti, non vado via domani mattina”.
Una delle sentenze raccolte nel dossier
Allora Cristini, qual è il senso di questa conferenza?
Siamo stati facili profeti. Non mi aspettavo certo questa drammaticità: è la prima volta che il Ministero denuncia qualcuno. In genere il fascicolo viene chiuso e si archivia la proposta. Credo ci siano delle complicità, non si arriva al Ministero con una situazione di quel genere. Noi sollecitiamo l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori su questi fatti. Siamo l’ultimo treno per questi quarantenni. Ipotesi di progetto come la mega–lavanderia di Intini legata a commesse pubbliche o i tedesco-laertini che volevano ricoprire superfici enormi erano chiaramente irrealizzabili. Anche quella dei grissini di Barbero prodotti a Castellaneta insomma o Marcolana le cui difficoltà erano ben note. In rete si trova tutto.
Voi ritenete che Miroglio piloti queste vicende?
Le ipotesi spalleggiate da Miroglio sono sempre state fallaci. Miroglio non vuole perdere la proprietà degli stabilimenti perché evidentemente ha ben altri progetti. Ma vuole scaricare i 225 lavoratori di cui gli interessa poco.
Se Miroglio non vi vuole allora perché non acquistare lo stabilimento altrove?
Domanda più che lecita. Lei è il primo che me la fa. Noi abbiamo impegni con il Nord Africa e gli Emirati Arabi. Non abbiamo il tempo di cercare un’area industriale e costruire 60.000 metri quadri. Ci vorrebbero quattro, cinque anni, visto che il territorio  è sprovvisto di aree industriali attrezzate ai nostri fini. Poi entreremmo nelle beghe locali, non ne verremo fuori più. Le aziende coinvolte, tutte allocate al Nord, lavorano a ciclo continuo, non possono permettersi errori.
Vuole dire che con tutto quello che succede nel Nord Africa c’è mercato?
Si, è ancora un mercato florido. Guerriglie, rivoluzioni, cambiamenti di governo ma hanno comunque bisogno di ciò che gli mandiano.
Qualche cenno in più sui capitali e sulle aziende coinvolte?
I capitali vengono dalle aziende che operano in sinergia. Il consorzio è una scelta obbligata nel mercato odierno. Noi pensiamo di arrivare a 400 lavoratori.
Tra i Comuni coinvolti, la Provincia di Taranto e la Regione Puglia chi si è mostrato più favorevole al progetto?
La notte tutti. Il giorno dopo nessuno.

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