DIAN “IL SACRO E’ DAPPERTUTTO” .“L’UOMO DEI DOLORI” MOSTRA NELL’OSPEDALE DI CASTELLANETA
di Nicola NATALE
Daniela Dian con alcune sue opere in mostra a Castellaneta |
Il mistero di
Cristo non smette di ispirare gli artisti.
A Castellaneta nella sala congressi
dell’Ospedale espone Daniela Dian, originaria di Torino ma residente a Marina
di Ginosa. La mostra si intitola “L’uomo dei dolori” ed è stata presente per
tutta la durata della settimana santa, Pasqua compresa.
A Torino la pittrice nata nel 1962 ha maturato la devozione per la Sacra Sindone, il volto di
Cristo impresso sulla tela che
viene riproposto in tutte le tele esposte.
Le scelte coloristiche, stilistiche
sono diverse ma il messaggio che l’autrice vuole trasmettere è quella della
passione, morte e risurrezione di Gesù, anche attraverso la Sindone.
Per Dian
la Sindone “è qualcosa di più che una reliquia, è un Vangelo, una forma di
scrittura che parla e che porta impressa specularmente la Passione”. “Solamente
una luce potente come la Resurrezione avrebbe potuto imprimere sul sacro telo
le impronte della passione, una scrittura fatta con il suo sangue”.
Nell’ostensione del 2010 secondo la Dian, appassionata della materia, alcune
persone vedendo la Sindone sarebbero guarite per cui la sua scelta artistica è
caduta sulla rielaborazione del volto del Cristo come messaggio di speranza e
resurrezione.
La pittrice giovedì scorso ha parlato della sua esperienza
religiosa su invito della psicologa con alcuni pazienti dell’Ospedale, una
sorta di comunicazione positiva per chi vive sulla sua pelle la malattia. “I volti
di Cristo sono i volti di un morto che è risorto”.
La ricerca del sacro nella sua pittura coincide infatti con
la sua conversione avvenuta una quindicina di anni fa.
Una sofferenza che l’ha
portata ad una ricerca di senso che ha trovato approdo nella fede.
“Una
risurrezione in questa vita – dice – io dipingevo informale con tele grandi,
imbrattate di colore alla Pollock,
che amo ancora come tutte le avanguardie artistiche di cui ancora utilizzo i
linguaggi”. Ma erano “nichilismo puro, dipingevo il nulla, dipingevo la morte o
i miei fantasmi ora invece dipingo la vita che vince sulla morte”.
Una sua
opera è stata esposta al Museo della Sindone durante l’Ostensione nella Chiesa
del Santissimo Sudario, le altre al Museo della Porziuncola di Assisi, chiamata
dal rettore della basilica.
Ma per l’artista il racconto del sacro non è
limitato alla rappresentazioni dei soggetti della tradizione biblica sia pure
resi con colori e tecniche contemporanee. Ci sono gatti, alberi, natura nelle
sue opere che hanno comunque in sé la scintilla del divino tutte visibili su danieladian.com.
Ama e fa ciò che
vuoi dice citando Sant’Agostino ed è questo lo spirito profuso nella sua opera.
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