"DI NOTTE SOGNAVO DI SALTARE". VITA E SOGNI DELLA CAMPIONESSA DI MARTINO RACCOLTI DAGLI ALUNNI DELLA CALO'
Gli alunni di 5^ A e B Primaria del plesso “G. Calò” di Ginosa TA
Presso la Scuola
Nazionale di Atletica Leggera di Formia, immersi in un’ oasi naturale al centro della città
laziale, sotto un sole primaverile, il 21 e 22 Marzo, gli alunni delle classi
quinte dell’Istituto Comprensivo “G. Calò” di Ginosa effettuano un viaggio d’istruzione
eccezionale.
Numerose le attività organizzate
dallo staff del CONI per loro, tutte di grande valore educativo e formativo.
Una per tutte: nell’Aula Magna dell’impianto, incontrano la campionessa
italiana di salto in alto Antonietta Di Martino.
Nicola Perrone, direttore del CPO di Formia |
Fa gli onori di
casa Nicola Perrone, direttore del CPO di Formia dal Giugno 2007, nostro
concittadino, nonché promotore del progetto di “Educazione all’Atletica”
rivolto agli alunni di quinta primaria. Il direttore, nel presentarci la
campionessa, ha sottolineato: “Quando
Antonietta sostiene una gara, vive la responsabilità di rappresentarvi, di
rappresentare i sogni di un Paese intero, sa di vivere un impegno importante
per sé e per tutti gli italiani”.
A queste parole
è seguita un’intervista appassionata, emozionante, entusiasta rivolta alla
Campionessa.
Antonietta Di Martino, vittoriosa in Giappone al 2007 ai mondiali di atletica (Michael Steele Getty Images) |
Quando ha iniziato a praticare l’atletica leggera?
Ho iniziato “tardi” a frequentare questo
sport, all’età di 13 anni. L’approccio all’atletica leggera è avvenuto grazie
al mio professore di Educazione fisica della scuola media, che praticava la specialità
del Lancio del giavellotto. Mi avviò alle competizioni provinciali, regionali e
nazionali. Non smetterò mai di ringraziarlo.
Come e quando ha capito che la sua specialità sarebbe diventata il
Salto in alto?
Frequentavo gli allenamenti insieme a mio
fratello, col quale condividevo la stessa passione per lo sport. Eravamo
assidui! Sostenuti e incoraggiati dai nostri genitori, praticavamo un tipo di
allenamento non specialistico. Non sono alta, 1 metro e 69 centimetri di
statura non depongono a favore della disciplina che rappresento. In quel
periodo sognavo sempre di saltare. Ogni notte le coperte e il mio letto si“spostavano”
con me, non facevo altro che muovermi e “saltare” nel sonno. Una mattina riferii
di questo sogno ricorrente a mia madre, la quale intuì che il salto avrebbe
avuto molto a che fare con la mia vita reale. Mi incoraggiò, miaccompagnò dal
mio allenatore per parlare dei miei sogni e da allora cominciai ad allenarmi
per il salto in alto.
Di Martino, medaglia d'argento ai mondiali di Istanbul con 1,95 metri |
Come si coltiva un talento come il suo? Come si diventa campioni?
Intanto bisogna avere passione per ciò che
si pratica. È fondamentale nello
sport essere assidui negli allenamenti, seguire un’alimentazione sana. I miei genitori hanno curato
molto la mia alimentazione, non mi permettevano
di mangiare patatine, anche se di nascosto da loro qualche volta me le compravo;
a differenza dei miei compagni non ho mai mangiato merendine “confezionate”, oltretutto mio padre, essendo pasticciere, mi “obbligava” a mangiare
le sue “creazioni”. Inoltre nella dieta
di un atleta non compaiono in nessun modo le bibite gasate. Per diventare campioni bisogna allenarsi
molto, anche 6-8 ore al giorno. È molto importante avere la famiglia che ti sostiene e ti incoraggia per andare avanti e
superare i momenti di sconforto e la fatica.
Ricordo quella volta che insieme ad una mia amica, selezionata come me per una competizione nazionale, dovevo
partecipare ad una gara nazionale a Salerno: io ci andai accompagnata da tutta la mia famiglia mentre la mia amica non
partecipò perché suo padre non tollerava
che una donna praticasse sport e non le ha permesso di inseguire i suoi sogni.
Chiunque può diventare un campione anche se non ha talento?
Il talento è una virtù naturale in chi lo possiede ma, se non
è coltivato con impegno, fatica e sacrificio, può disperdersi. Nello sport,
come nello studio, nel lavoro, nella vita, l’impegno è la chiave del successo.
Il mondo dello sport è caratterizzato da numerosi talenti dispersi e dalla
presenza di campioni che hanno vinto grazie al loro impegno, alla grinta e alla
determinazione.
Con quale mentalità un campione deve affrontare una gara?
Quando si fa una gara e si ottiene un
risultato importante, fosse anche un record mondiale, non si deve mai dire
“ormai l’ho fatto, ora basta” ma bisogna ricominciare ad allenarsi per superare
se stessi.
Ci sono stati periodi di difficoltà e di sconforto nella sua vita di
campionessa?
Per circa un anno e mezzo, a seguito di un
intervento molto delicato alla caviglia, ho dovuto fermarmi. Sono stati anni di
grande sofferenza anche perché prima di operarmi mi avevano detto che avrei
dovuto rinunciare definitivamente alla mia carriera. Un giorno fu mia madre a
scuotermi e a “riportarmi” nel campo di atletica per riprendere gli
allenamenti. Da quel momento in poi ho collezionato i migliori risultati,
l’esordio olimpico nel 2008, l’oro dei Giochi del Mediterraneo nel 2009, la
vittoria del titolo europeo indoor e il bronzo mondiale nel 2011, l’argento nel
2012 ai mondiali indoor di Istanbul superando l'asticella posta a 1,95 m. Il
mio record personale nonché primato italiano è 2,04m.
La vedremo gareggiare alle prossime Olimpiadi a Londra?
Ci sarò, mi sento pronta per affrontare
questa Olimpiade.
La Campionessa
infine, rivolgendosi ai genitori degli alunni presenti all’incontro aggiunge: “qualora
vi accorgeste che vostro figlio o vostra figlia abbia talento o una particolare
attitudine verso una disciplina sportiva, sostenetelo ed incoraggiatelo,
perché lo sport premia sempre il talento e la volontà”.
Nel ringraziare
sia il direttore del CPO di Formia Nicola Perrone, sia la Campionessa
Antonietta di Martino, si conclude un incontro “ravvicinato” che non
dimenticheremo mai più.
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