CASTELLANETA AL VOTO, PARTE LA CAMPAGNA ELETTORALE


dal Quotidiano del 4 Aprile 2012
di Nicola NATALE
Candidature ragionevoli quelle a sindaco di Castellaneta, anche nel numero.  
Meno quelle a consigliere comunale con 286 candidati e 18 liste in una lotta che si suppone fratricida, poiché avranno a disposizione teoricamente 49 voti a testa. E solo se tutti decidessero di votare.  
da sx Italo D'Alessandro, sindaco uscente e al centro il candidato sindaco  Giovanni Gugliotti (pdl)
Le liste, consegnate come sempre all’ultimo momento - eccezion fatta per FLI  - e comunicate con pdf o immagini. Per Cristiano Rizzi una lista a sostegno, quella di Futuro e Libertà, per Giuseppe Rochira tre liste: patto per la Città, partito liberale e sinistra, ecologia e libertà. 
Fanno il pieno di liste invece Gugliotti e Loreto. Ben 8 le liste a sostegno del primo (pdl,udc, puglia prima di tutto, castellaneta anch’io, cittadini per Castellaneta, largo ai giovani, schittulli). 
da sx Rocco Loreto (candidato sindaco centrosx)  e Michele Emiliano, sindaco di Bari, presidente PD Puglia
Loreto invece mette in piedi 6 liste che partono da emiliano per la puglia, idv, generazione domani, noi con rocco loreto, psi e finiscono con il pd recuperato all’ultimo momento e scippato alla coalizione a sostegno di Rochira. Nessuna formazione politica nazionale nuova, ma liste civiche abbarbicate ai candidati ufficiali espressi dai partiti, a presidio di una novità e voglia di contare che però annega nei numeri. Il potere e la proposta passano ancora dai partiti, perlomeno a Castellaneta. La dice lunga da una parte il filo rosso che collega Loreto al Sindaco di Bari Michele Emiliano, presidente del PD regionale, che lo ha appoggiato sin dall’inizio, quando nemmeno il PD locale lo aveva scelto; dall’altra la presenza e l’appoggio dell’on. Patarino alla candidatura del giovane avvocato Cristiano Rizzi.
da sx Bruno Schiavone, Dora Bardinella, l'on. Carmine Patarino, il canddidato sindaco Cristiano Rizzi
Giuseppe Rochira, candidato sindaco Patto per la città, SEl, Pli
Nel centrodestra, con il vomere passato da Italo D’Alessandro  - sindaco uscente -  tiene sicuro il campo il consigliere provinciale Giovanni Gugliotti, avvocato e funzionario INPS, in un certo qual modo figlio d’arte col papà consigliere comunale DC e cofondatore della sezione castellanetana di Forza Italia. Nulla sembra muoversi fuori dal solco, salvo forse la scelta dirompente da “calcio al passato” di Giuseppe Rochira. Si può sintetizzare così il quadro politico che emerge ad un mese dal voto per il rinnovo del Consiglio Comunale di Castellaneta. L’anomalia più grossa, quella della candidatura di Giuseppe Rochira, proveniente da destra (ex assessore all’agricoltura con AN)  e arrivato a vincere le primarie del PD ha poi scontato l’eccesso di innovazione. Ha perso l’appoggio proprio del PD di Luigi Notarfrancesco, di Angelo Loreto e di Giuseppe Nico, riconvertitisi all’unità del centrosinistra. Forse i tempi non sono maturi per rimescolare i quadri politici, nonostante il Muro di Berlino sia caduto nel 1989. Lapidario il commento di Rochira: “non mi tiro indietro, e non c’entra la politica chi è serio, lo è sempre”. Il popolo delle primarie (e non solo quello) è stato buggerato ancora una volta. Fatto sta che Rochira appare come quello più vicino alla società civile per la menzione esplicita del suo essere imprenditore agricolo. Mai come in questi anni, e non solo a Castellaneta, agricoltura e industria, sono diventati nomi evanescenti, con la scomparsa e il ridimensionamento del reddito effettivo di migliaia di persone. Tutto questo non ha lasciato traccia nella politica, nessuno dei padri storici chiamato a rendere conto del disastro occupazionale generazionale dei nati dagli anni ’70 agli anni ’90. Tutti naturalmente parlano di rilancio e tutti sono in un certo qual modo orfani della grande stagione vissuta da Castellaneta con i suoi onorevoli, da Semeraro a Loreto e da questi a Patarino. Quando avere un’onorevole a Roma serviva per convogliare finanziamenti e progetti, per infiltrare letteralmente ogni ufficio pubblico e crearne di nuovi. Ma allora c’era anche una politica a favore del Sud, ora quel tempo è finito, la globalizzazione e la crisi hanno completato il quadro. Ripartire da queste macerie non sarà facile, anche perché la classe dirigente meridionale ha spesso abdicato al proprio ruolo mandando i propri figli a studiare altrove, facendogli acquisire mansioni di prestigio, ma altrove. Questa assenza si sente, anche se nel frattempo l’immigrazione fa capolino, salendo dal basso con i braccianti albanesi, maghrebini e rumeni e poi con i negozi di cinesi e le badanti slave. Tra loro anche teste d’uovo, non solo braccia, ma per il momento non v’è traccia nelle liste, tutte di autoctoni. Resta per Castellaneta un’eredità notevole di beni e strutture pubbliche, nate quando sembrava che un Comune potesse manutenerle con facilità e che fosse destinato a fungere da centro di attrazione per i Comuni vicini. Il Piano regolatore e i cantieri aperti le sfide aperte per il nuovo sindaco, per far ritrovare a Castellaneta e alla sua marina piena di ville l’orgoglio perduto. Nessuno propone collaborazioni più strette con i Comuni vicini, il campanile suona ancora, specie se ci sono le elezioni.

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