POZZI, SMART CARD E CAMERE DI COMMERCIO: CHE STRESS!

dall'articolo apparso sul Quotidiano del 31 Gennaio 2012
di Nicola Natale
L'interno della Camera di Commercio di Taranto
Ed ecco le ultime beffe servite agli agricoltori, passate quasi sotto silenzio. Vanno sotto il nome di sanatoria acque sotterranee e smart card. 
Le beffe vengono da Regione e Governo, rispettivamente,  ma le attribuzioni si confondono nell’animo di chi aveva in mente ben altro quando ha deciso di condurre un’azienda agricola. Ma andiamo con ordine. 
Non si é proprietari assoluti dell’acqua rinvenuta nel proprio fondo, questa è soggetta a limitazioni. 
Nella Puglia in cui sono nati migliaia di pozzi artesiani con abbassamenti preoccupanti delle falde acquifere si è deciso di correre ai ripari, censendo e regolando la portata delle acque “emunte” dal sottosuolo. 
Risultato: un ulteriore salasso di oltre 1.000 euro, più la sanzione amministrativa per non avere completato l’iter iniziato con la denuncia di esistenza pozzi. 
E sono oltre 12.000 coloro che hanno presentato domanda al Genio Civile di Taranto. E questo nonostante siano sorti anche comitati spontanei (uno a Giovinazzo, in Provincia di Bari) che hanno fatto ben presente l’iniquità della Legge Regionale n°19 del 2010. 
Una legge che va a salassare gli agricoltori durante una delle peggiori crisi globali. 
A fine Dicembre 2011 in maniera bipartisan fu annunciata la proroga al 30 Giugno 2012 di questi neo-balzelli, ma naturalmente nessun allentamento delle sanzioni e dei canoni che vengono riscossi per gli anni successivi alla data della domanda e per il Alcuni consiglieri regionali tarantini si disserofelici per aver ottenuto all’unanimità in Consiglio Regionale la proroga di questa scadenza, come se sei mesi potessero consentire alle imprese di navigare di nuovo in acque tranquille. successivo alla sanatoria. 
Del resto dicono “in agricoltura l’acqua è un bene prezioso il cui utilizzo deve essere garantito e facilitato per sostenere realmente i nostri agricoltori”. 
Già…. facendoli pagare un nuovo balzello, oltre all’acqua più cara erogata dal Consorzio di Bonifica Stornara e Tara e la dichiarazione degli immobili rurali. 
E se qualcuno scoraggiato da tutto questo decidesse di chiudere il pozzo e cancellarsi dalla camera di commercio, abbandonando i suoi campi che nel frattempo nessuno vuole più acquistare a prezzo decente?
Niente da fare, nemmeno andando di persona alla Camera di Commercio! 
In omaggio alla semplificazione informatica, per effetto di una legge nazionale, deve recarsi a Taranto presso la Camera di Commercio e farsi consegnare una smart card. 
Ma è solo il primo passo. 
Dopo deve:
1) andare da un CAF (centro di assistenza fiscale sovvenzionato dallo Stato) o da un commercialista in possesso di lettore apposito per le smart card; 
2) far compilare telematicamente all'esperto la pratica di cancellazione che torna alla Camera di Commercio dove l’imprenditore agricolo è stato a ritirare la smart card 
3) aspettare che la Camera di Commercio certifichi la regolare acquisizione del tutto e solo allora, potenza della semplificazione, è cancellato dopo una vita che ha prodotto beni e certezze per sé e per l’agroalimentare pugliese. 
Davvero smart, davvero.

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