MARGINI STRETTI PER I MIROGLINI, il 17 GENNAIO A ROMA NUOVA TRATTATIVA.


dall'articolo apparso sul Quotidiano del 14 Gennaio 2011
di Nicola NATALE

Un momento della assemblea dei cassintegrati Miroglio all'Alcanices.
Da sx Nicola Calabrese, Stefania Pomante, Giuseppe Massafra, Massimo Gravina, Tiziana Marini
Ieri mattina al Teatro Alcanices nuova puntata del serial Miroglio. Con un preciso mandato ai sindacalisti da svolgere a Roma martedì 17 Gennaio presso la sede del Ministero del Lavoro: ripristinare la CIGS (cassa integrazione), far ritirare formalmente la procedura di mobilità, verificare l’avanzamento dei progetti di riconversione industriali, ovvero Marcolana a Ginosa e Barbero a Castellaneta. 
Obiettivi sintetizzabili in una sola parola: lavoro. 
Non vogliamo essere assistiti” chiariscono per l’ennesima volta i quasi ex dipendenti Miroglio, “vogliamo il rispetto dell’accordo del 5 Marzo 2009 che prevedeva il reimpiego per tutti”. 
I 225 cassintegrati sono arrivati ad un punto cruciale della loro vertenza con il gruppo piemontese, anche perché oggi scade il preavviso di mobilità, informalmente ritirata con l’accordo del 22 Dicembre scorso a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico. 
E’ un ginepraio di date, di scadenze, di norme tecniche che ricordano in ogni momento il limbo in cui gli operai sono costretti a vivere. 
Assistiti sì dalla cassa integrazione, arricchita da un’integrazione al sussidio versata a tranche dalla Miroglio,  ma con la prospettiva nera di non trovare più un lavoro sicuro, regolare, anche nel pieno della loro età lavorativa. 
I “miroglini” sono quasi tutti quarantenni entrati nel 1996 in fabbrica ed usciti dopo 13  anni di turni. L’incontro è servito come ha esordito Giuseppe Massafra, segretario provinciale della Filctem CGIL “per costruire un mandato”. 
Stefania Pomante della Segreteria Nazionale CGIL
Assieme a lui, Nicola Calabrese della Uilta-Uil e Tiziana Marini della Femca Cisl ma anche Stefania Pomante della segreteria nazionale della Filctem, intervenuta anche a nome delle altre segreterie nazionali. 
Insomma un chiaro segno che sulla vertenza Miroglio, assurta dopo quasi 3 anni di proteste emblematiche agli onori del Tg3 nazionale, i sindacati stanno giocando una partita importantissima, pur dentro una crisi che è più che strutturale. Il problema ora è capire cosa hanno in mente i vertici aziendali anche se la Pomante non dispera di poter trovare un accordo sia pure lievemente migliorativo, pur precisando a più riprese che la CIGS resta in piedi fino a quando c’è un progetto di riconversione industriale. Svanito quello,  le porte della mobilità si spalancano, con la perdita dello status di dipendenti Miroglio. Di qui la minaccia, sempre presente per il Gruppo tessile da quasi un miliardo di fatturato, di ritrovarsi la protesta in casa ad Alba in provincia di Cuneo. Ma tutti premono per sfruttare fino in fondo la cassa integrazione in deroga, decisione che spetta però al Ministero del Lavoro. La reindustrializzazione del sito di Ginosa è legata all’ottenimento da parte di Marcolana di capitali da parte di una merchant bank su cui non è stata sciolta nessuna riserva. Preoccupano intanto le parole della segretaria nazionale che ha individuato la vertenza Miroglio come “una di quelle destinate a chiudersi” poiché va per i tre anni. 
Di diverso avviso chi invece ritiene ci sia spazio fino al 18 Agosto del corrente anno per la cassa integrazione in deroga. Ma per allora si spera che Marcolana e Barbero, i gruppi subentranti, non siano come Intini e Be4Energy, le precedenti aziende che fecero esultare tutti per un salvataggio purtroppo ancora non avvenuto.  Ai lavoratori della Miroglio il merito di aver portato avanti con mezzi civili la difesa del loro posto di lavoro. Un privilegio, non più un diritto negli anni ’10 del 2000.

Commenti

Post popolari in questo blog

CIAO LORENZO!

CASTELLANETA, ARRESTO DEL PRIMARIO DI ORTOPEDIA GALANTE. Parlano i colleghi ed il Sindaco Italo D'Alessandro

KIT AD IDROGENO PER AUTO. MA FUNZIONANO DAVVERO?