MIROGLIO, SALVEZZA AFFIDATA A BANCHE E POLITICA


dall'articolo apparso sul Quotidiano del 12 Novembre 2011
di Nicola NATALE
L'ultima riunione dei miroglini al Teatro Alcanices. Al centro i rappresentanti sindacali CGIL CISL UIL
Ancora nuvole sull’orizzonte dei 225 cassintegrati del Gruppo Miroglio di Alba.
La loro cassa integrazione scade il 31 Dicembre e a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico dove l’azienda si è incontrata con i rappresentanti sindacali, è emerso che tutto è subordinato alla ri-capitalizzazione di Marcolana da parte di una merchant bank. 
In altre parole una banca d’affari, sembra estera, dove non è possibile versare soldi ma è possibile ottenere finanziamenti anche per ristrutturazioni ed acquisizioni aziendali come nel caso in parola. 
Marcolana utilizzerà l’eventuale flusso finanziario per portare il proprio capitale sociale da 1,8 milioni di € a 5,5 milioni come documentato nel verbale di riunione reso pubblico dalla struttura crisi di impresa del Ministero due giorni fa. 
Quindi tutto ok per il piano industriale condiviso dai Sindacati ma manca la pecunia. 
Come testimoniano  le difficoltà del Gruppo pratese venute dalla recente acquisizione del marchio Mabro di Grosseto con la messa in cassa integrazione per 21 dipendenti. 
Un impegno su più fronti per Marcolana impegnato nella cessazione delle attività tessili in Bulgaria dove aveva delocalizzato non molti anni fa. Quindi un ritorno in patria che dovrebbe portare alla assunzione di 170 ex miroglini “in costanza di ammortizzatori sociali e contestuale collocazione in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per 12 mesi”. 
Il crinale è delicato perché i lavoratori temono più di tutto la mobilità, anticamera del licenziamento, un dramma nel vuoto di opportunità lavorative e di mutui già accesi. 
Sono pochi quelli riusciti a riconvertirsi, ma non è finita. 
Per finanziare l’intera operazione Marcolana è in trattativa con un pool di Istituti di Credito che entro la fine di Novembre dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, attivare la copertura finanziaria a supporto dell’intero investimento previsto. 
Solo così la Marcolana del presidente Ivo Barontini assumerà i 170. 
Storia diversa e a prima vista più agevole per la Barbero Group rappresentata a Roma presso il MISE dal dr. Fabio Luca Franzosi. La Barbero stipulerà entro fine mese un contratto preliminare di acquisto dello Stabilimento di Castellaneta, la ex Filatura di Miroglio versando 650.000€ al Comune di Castellaneta per la piena  proprietà dell’immobile  con “contestuale assunzione di 50 ex dipendenti”. 
La selezione dei 50 avverrà dice la stessa Barbero privilegiando la professionalità e la vicinanza abitativa a Castellaneta, frase che fa scappare qualche battuta di troppo ai miroglini che insieme ai rappresentanti sindacali (Massafra, Calabrese, Gravina) commentavano l’incontro di Roma. 
Anche per Barbero però le cose non sono proprio fatte. 
Bisognerà attivare “le necessarie interlocuzioni con il Ministero del Lavoro” per la fattibilità tecnico–normativa della reindustrializzazione e poi sottoscrivere un accordo quadro il prossimo 28 Novembre al Ministero dello Sviluppo. 
Nel contempo per finanziare l’investimento da 10,1 mlioni di € la Barbero farà domanda di “agevolazione e contributo a fondo perduto” alla Regione Puglia con la quale sono già intervenuti accordi di massima.

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