TAVOLO VERDE: AGRICOLTORI, BISOGNA RIBELLARSI!
dall'articolo apparso sul Quotidiano del 23 Ottobre 2011
di Nicola Natale
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L'onorevole Paolo Rubino del Tavolo Verde |
Agricoltori a
convegno con il Tavolo Verde, il movimento animato dall’ex onorevole Paolo
Rubino.
Il Teatro Alcanices di Ginosa ancora una volta a fare da sfondo.
“Sono le
pensioni che ormai sostengono a malapena i consumi” dice un coltivatore, la
faccia rossa di chi non fa analisi, protetto da uno stipendio sicuro.
Farsi un
giro per le campagne di Ginosa estese per oltre 180 chilometri quadri è
desolante, soprattutto d’estate. Il progressivo svellimento dei tendoni non più
redditizi libera il paesaggio ma anche la disperazione.
“Ho quasi paura nel
primo pomeriggio, qui non c’è più nessuno” ci dice un vecchio agricoltore
titolare di una delle tante grandi aziende familiari ora gestite dal figlio ed
anch’essa in gravi difficoltà.
Qui c’era vita ed economia, un mondo, ora
niente: l’abbandono. Spingo mio figlio ad andar via, a fare qualche altro
mestiere - ci dice un altro - qui
non c’è futuro.
I terreni fino a dieci anni fa coltivati con cura vengono
abbandonati, il territorio lasciato a sé stesso ne risente e con esso
l’economia generale di intere cittadine.
Laterza, Castellaneta, Palagiano,
Palagianello, Massafra non sono messe meglio sul versante occidentale della
Provincia.
Resistono poche grandi aziende agricole, incapaci di riavviare
l’economia di territori in ginocchio, da cui i giovani, specie quelli più
qualificati, scappano.
L’agricoltura, fino ai primi anni ’90 motore economico
del territorio, è stata lasciata al suo destino, irrisa da molti, sostituita da
uno sviluppo industriale ed artigianale modesto e da servizi legati alla
protezione legislativa e politica, non sorretti da un mercato vero.
E al
mercato si appellano al Tavolo Verde, ad un mercato vero che abbia regole di
partenza uguali per tutti.
Al convegno partecipa anche Giovanni De Canio della
UIL che lancia l’ennesimo appello ai coltivatori ad unirsi ed si chiede perché
le rappresentanze storiche dei produttori agricoli non siano presenti.
Bisogna
alzare il prezzo del prodotto – dice il sindacalista - non ridurre le paghe già
basse dei lavoratori, dove sono le grandi Banche che hanno creato tutto questo,
a cosa sono servite le rappresentanze prestigiose all’Unione Europea?
La
risposta gli arriva dallo stesso Rubino: “ci hanno provato più volte ad avviare
organizzazioni di qualsiasi forma, è sempre andata male, con delinquenti o
incapaci nominati nelle segreterie di qualche partito.”
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L'avv. Cristiano Inglese, consigliere comunale di minoranza |
Interviene anche l’avv.
Cristiano Inglese, consigliere comunale d’opposizione. “Sono qui anche se non
invitato, non ho ricette per il problema, osservo però che manca del tutto la
difesa del prodotto nazionale a livello europeo. Paghiamo ora il debito degli stessi Stati che ci fanno
concorrenza sleale”.
Conclude
Rubino che sul problema degli agricoltori si spende da almeno 7 anni, quando un
presidio di protesta per la crisi di mercato bloccò parzialmente la SS106 nel
2004.
Il Tavolo Verde è un movimento - dice Rubino - non ha bisogno d’essere l’ennesima associazione di categoria
di coltivatori, ce ne sono già tante.
"E’ un’illusione pensare che
un’organizzazione anche grossa di produttori agricoli possa cambiare le regole
del gioco imposte dalle 5-6 multinazionali che governano il settore alimentare.
C’è un produttore romagnolo aderente ad una cooperativa con 6.000 soci, che
lamenta gli stessi problemi dei nostri agricoltori: non contano niente nella
decisione del prezzo. Il prezzo a cui si vende l’ortofrutta non è diviso
nemmeno in tre, tra produttori, trasformatori e distributori."
In pratica chi coltiva per mesi a volte per un anno intero ha meno reddito di chi trasforma e vende il prodotto agricolo in pochi giorni.
C’è bisogno conclude l'onorevole "di una politica agraria a
livello europeo e nazionale che dica ai paesi esportatori verso l’Italia:
producete per le vostre esigenze alimentari, usate i nostri stessi pesticidi
autorizzati, corrispondete ai vostri cittadini le nostre stesse paghe, allora
potete entrare nel nostro mercato.
E’ una battaglia contro la schiavitù e la
fame imposta a questi Paesi. Cito un ultimo dato, un quintale di pane 300€, un
quintale di grano 14€.
Non si conclude nulla aumentando a 20€, va ribaltata la
piramide, ci vuole una nuova politica agricola.
E va contrastata la tendenza a
produrre beni alimentari per esportazione, ci vuole autosufficienza alimentare.
Il mondo agricolo ha il diritto ed il dovere di ribellarsi, noi ora piantiamo un seme, un albero
crescerà".
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