VENDOLA, LA PUGLIA E PALAZZO CHIGI


di Nicola Natale
Innanzitutto in Puglia c'è ancora da fare un lavoraccio tremendo.
Lo provano i disoccupati, i giovani senza lavoro e senza futuro, l'agricoltura agonizzante ed in mano ad autentici delinquenti, a sindacati corrotti.
Nel mio paese,  Ginosa in provincia di Taranto, una intera generazione, quella degli anni '70 ed '80 è stata cancellata.
I miei coetanei -  ho 39 anni - sono dispersi dappertutto, scappati da una Provincia che non gli offriva altro che disoccupazione e sfruttamento. Persino nelle farmacie, persino negli studi commerciali ed a maggior ragione negli altri ambiti meno fortunati vige il contratto in nero, l'assenza di contributi e di una paga dignitosa. A volte perchè impossibile tenendo conto del fatturato dell'azienda, a volte perchè "ci sono tanti altri che lo farebbero al tuo posto".
Una vera diaspora che continua oggi in maniera ancora più forte, nel deserto di iniziative pubbliche e private, nel deserto di concorrenza reale tra le imprese e tra le persone.
Ma una Regione non può cambiare solo grazie ad un Presidente, deve cambiare tutta se vuole resistere alla forza devastante del globalismo multinazionale.
Tuttavia la fragilità della economia del Sud e le sue dimensioni lillipuziane non sono la sola emergenza. L'attacco come sempre viene da Nord, dal Governo che ha dichiarato guerra ai cialtroni della Puglia, della Campania, della Calabria, della Basilicata, della Sicilia. 
Ma la STORIA è diversa dalla vulgata ufficiale.
Il Sud è stato assassinato più e più volte a Roma, come Cesare.
Non è stato solo Bruto-Berlusconi a colpirlo ma una cricca di congiurati.
Di fronte alla crisi economica mondiale per la quale i responsabili al solito non hanno pagato nulla, hanno deciso che non si poteva smantellare il Nord ma si poteva colpire il già colpevole Sud.
Togliendogli Ospedali, Strade, Autostrade, Porti, Ferrovie, Industrie strategiche, facendo crollare a prezzi da fame i suoi prodotti agricoli d'eccellenza in questa terra pur sempre benedetta da Dio e dal sole.
Spingendo le sue parti migliori ad emigrare pur di non perdere la propria vita in una eterna attesa, come è accaduto a me.
Non mi piace chi non conclude un mandato saltando ad incarichi sempre più prestigiosi, ma credo che in questo caso dovremo fare una eccezione.
Il Sud deve stringersi attorno a Nichi e mandare finalmente al Governo un uomo del Sud che al Sud ci vuole vivere.
Abbiamo nella testa New York, Dubai, domani forse Pechino e New Delhi, forse addirittura Mosca ma il domani è nelle nazioni un tempo sfruttate.
Tuttavia Nichi può fare il leader nazionale solo se riesce a cambiare sul serio la Puglia, ritengo più che logica la conclusione dell'Assessore Regionale ai Trasporti Guglielmo Minervini.
Intanto io sono per la seconda volta alla ricerca di un lavoro. Cominciamo allora ad occuparci delle persone comuni, non dei dirigenti pluripremiati della Regione.

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