FELICE BITETTI, PARTE DA GINOSA LA DIFESA DELL'OSPEDALE DI CASTELLANETA

di Nicola Natale
"Si può far finta di nulla ma non è il mio stile. Si possono invece sfruttare i tagli imposti in maniera diseguale da Tremonti per razionalizzare l’offerta sanitaria pubblica" dice Felice Bitetti, consigliere comunale del PD di Ginosa.
E’ il momento, dopo aver per difeso gli Ospedali del territorio jonico, tutti indistintamente compreso il “Pagliari” di Massafra, di rilanciare e difendere l’Ospedale di Castellaneta per le stesse ragioni per le quali è stato fondato. Perché è baricentrico rispetto al bacino servito e perché è l’unico che già nel Piano Sanitario approvato viene definito intermedio.
E’ il momento di capire che gli Ospedali piccoli, benché vicini, non danno le garanzie delle strutture che in maniera continua, su campioni significativi, lavorano sulle impreviste complessità anche di interventi di routine.
"L'aumento di utenza derivante dalla riqualificazione o dal ridimensionamento dei nosocomi minori
(Massafra, Mottola, Grottaglie) - continua Bitetti - non potrà che riversarsi sugli Ospedali rimanenti, in primis quello di Castellaneta, che devono essere adeguati alla domanda. Cosa impossibile se si decide di tagliare i posti letto."
Senza contare il probabile peggioramento della mobilità passiva, la scelta sistematica di Ospedali fuori regione o ASL ritenuti più affidabili, con ulteriore peggioramento degli indici di bilancio della Asl di Taranto.
La politica di tagli al Sud e calcoli affettuosi per il Nord toglierebbe alla Puglia – in caso di non rispetto del Patto di Stabilità imposto come una tagliola dal Governo in carica - 500 milioni di € nel 2010. Sono a rischio gli stipendi del personale sanitario, non solo i posti di letto!
"E’ una mattanza, che deve far riflettere tutti, soprattutto sulle noiosissime cifre".
La Sanità pugliese costa in termini assoluti meno di quella emiliana.
"La Puglia paga profumatamente il prezzo del saldo di mobilità interregionale (circa -175 milioni), a fronte dell'Emilia Romagna che invece dalla mobilità interregionale guadagna (+327 milioni). Sono i ricavi derivanti dalla mobilità quelli che salvano il bilancio emiliano, e, di contro, sono proprio i costi della mobilità che uccidono il bilancio sanitario pugliese. Tanto per fare un esempio tra Regioni con numero quasi pari di abitanti"
A questo punto sarebbe opportuno valutare a quale delle due Regioni andrebbe l'appellativo di “parsimoniosa”, “virtuosa”, o tutte le altre qualifiche che spesso vengono attribuite alle Regioni settentrionali, quando si discute di gestione della sanità, laddove si fa rientrare la Puglia nel novero delle Regioni culle della malasanità e degli sprechi".

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