A CASTELLANETA STOP ALLA SOFFERENZA PSICOLOGICA Un progetto guidato dalla dr.ssa Domenica Caforio prende in carico i malati oncologici

di NICOLA NATALE

La cupola a piramide nell'atrio dell'Ospedale di Castellaneta

CASTELLANETA – Curare un paziente significa curare anche la sofferenza psichica determinata dalla sua malattia. Su questo assunto è partito nel Marzo del 2009 il progetto “Oltre la cura …il riconoscimento” che affianca l’assistenza psicologica ospedaliera alla cura delle patologie in senso stretto. Un successo dell’Ospedale di Castellaneta ottenuto grazie alla motivazione dalla dr.ssa Domenica Caforio, dirigente psicologo, alla collaborazione esterna di psicologi tirocinanti, ai volontari di Avuls, Pastorale della Salute e Unitalsi. E naturalmente della Dirigenza Asl, del Dr. Remo De Carne, dirigente della Struttura Complessa di Medicina Interna e del dr. Antonio Rinaldi, responsabile dell’Unità Operativa di Oncologia Medica, senza la cui approvazione e collaborazione il progetto non sarebbe mai potuto essere realizzato. I risultati sono stati straordinari, specie con i pazienti oncologici. I metodi utilizzati sono quelli classici della psicologia (colloquio clinico, test, riabilitazione, psicoterapia) ma i punti di forza sono stati il coinvolgimento della famiglia come sistema e come risorsa e l’utilizzo del gruppo di pazienti come risorsa terapeutica umana. Lo scopo finale pienamente raggiunto è stato l’accettazione del percorso di cura, il sostegno reciproco che gli ammalati hanno iniziato a darsi. Il nascere di nuove amicizie suggellato da una festa auto-organizzata, il ritorno della gioia di vivere, pur nella persistenza della malattia. La psicologia clinica inoltre ha aiutato a dissotterrare i tesori sepolti delle esperienze personali fornendo ulteriori nuove prove alla teoria di Dominique Lapierre, autore della Città della Gioia, circa lo straordinario che è in ogni vita. La psicologia in Ospedale non è una novità e nemmeno una sperimentazione, è il risultato dell’approccio bio-psico-sociale che viene man mano a sostituirsi a quello biomedico. Lo dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità che indica tra le caratteristiche di qualità degli Ospedali la collaborazione di uno psicologo nella pratica quotidiana di Reparto. Lo dice il nuovo Piano Regionale della Salute, pur stravolto dai tagli. Questo è tanto più vero nei pazienti oncologici, così come nei pazienti che devono affrontare altre malattie invalidanti e di difficile cura. La malattia oncologica viene paragonata ad un fulmine. L’immaginario collettivo rabbrividisce alla parola cancro. I progetti di vita personali ne escono ridimensionati. La prova esistenziale è sconvolgente ed impatta su tutti gli aspetti della vita: dal rapporto con il proprio corpo agli affetti, alla professione. E questo nonostante gli indubbi progressi raggiunti dalla medicina e l’ottimo livello di cure raggiunto dai dipartimenti di Medicina ed Oncologia di Castellaneta. A queste si è aggiunto il supporto psicologico, la creazione di gruppi espressivo-supportivi di provata validità non solo in ordine alla sofferenza psicologica dei pazienti - aspetto finora ingiustamente trascurato - ma anche rispetto allo stesso decorso clinico della loro malattia. Con qualità della vita in netto aumento, anche negli esiti infausti. La prossima sfida è aggiungere l’arte terapia come supporto psicologico alle donne con carcinoma mammario, in un miglioramento continuo degli approcci terapeutici che ri-umanizza il percorso di cura all’interno dei nostri Ospedali. (worldpress riproduzione riservata)

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