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NATUZZI/ MOMENTO DI PACIFICAZIONE A BARI. SI SCIOLGONO I PRESIDI.

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LATERZA - L'entrata dello stabilimento Natuzzi. QUOTIDIANO DI PUGLIA 14 FEBBRAIO 2014 di Nicola NATALE Si allenta la pressione intorno agli stabilimenti Natuzzi.  I presidi intorno agli stabilimenti di Laterza, Jesce e Santeramo sono rientrati anche in vista di un gesto di distensione da parte del management.  Disposto a reincontrare i sindacati in campo neutro, cioè all’assessorato al lavoro retto da Leo Caroli alle undici come convenuto. A Bari però ci sarà anche una delegazione di lavoratori per rendere chiaro il concetto che il criterio di applicazione della legge 223 del 1991 è sbagliato.  Salta pertanto la riunione prevista per oggi a Roma, che doveva fissare il punto sull’attuazione dell’accordo del 10 ottobre scorso teso a individuare gli oltre 1506 esuberi (ora ridottisi a circa 1296) e a garantire l’avvio di nuove imprese per reimpiegare gli ex addetti Natuzzi.  Forse qualche novità in più verrà dalle dichiarazioni dell’assessore regionale. E’

LATERZA PRESIDIO ALLO STABILIMENTO NATUZZI: "NO AI CRITERI SOLO AZIENDALI E ALLA CIGS A ZERO ORE".

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QUOTIDIANO DI PUGLIA 13 FEBBRAIO 2014 di Nicola NATALE Presidio di rappresentanti sindacali   ed operai allo stabilimento di Natuzzi di Laterza.  I dipendenti, pur preannunciando la manifestazione,  non hanno esposto sigle sindacali. Hanno chiarito però che non abbandoneranno l’ingresso dello stabilimento fino a quando non ci saranno segnali di dialogo da parte della direzione Natuzzi. Il nodo del contendere è ancora una volta la regolare attuazione dell’accordo di programma dell’ottobre scorso con relativo piano di esuberi.  Una cifra monstre inizialmente di 1506 esuberi, poi ridottisi con gli esodi volontari a circa 1296, comunque tantissimi in un territorio industrialmente desertificato.  A questi ultimi il management ha proposto da subito la cassa integrazione a zero ore, senza nessun passo avanti concreto sul fronte della riassunzione nelle new.co., ossia   le nuove aziende che dovrebbero portare a nuova vita il distretto murgiano del salotto.  Da sx Zi

E’ ANCORA LOTTA TRA NATUZZI E SINDACATI. NON VANNO GIU’ I CRITERI DELLA BIG LIST.

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Un assembramento di dipendenti Natuzzi allo stabilimento di Laterza QUOTIDIANO DI PUGLIA 9 FEBBRAIO 2014 di Nicola NATALE Sindacalisti di nuovo in agitazione. Non vanno giù i criteri proposti dalla direzione natuzzi per la big list, la lista degli esuberi il cui numero è stato definito dall’accordo firmato il 10 ottobre scorso. Attualmente a dover lasciare l’azienda con la testa a Santeramo in Colle e le braccia ovunque nel mondo sono in 1296.  Tra questi i più penalizzati sono proprio i dipendenti dello stabilimento di Ginosa chiuso a novembre scorso. Un piccolo capanello si è formato invece venerdì scorso davanti allo stabilimento di Laterza, l’ultimo baluardo in terra jonica di quello che era stato lo sviluppo imponente e travolgente delle “portaerei” Natuzzi.  Stabilimenti   pensati (e finanziati) per una produzione che sembrava non doversi arrestare mai. L’ultimo dissidio si è consumato in confindustria a Bari dove l’azienda second

NATUZZI E SINDACATI LOTTANO SUI CRITERI DI ESCLUSIONE.

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QUOTIDIANO DI PUGLIA 19 DICEMBRE 2013 di Nicola NATALE Mentre per le strade di Ginosa spuntano i manifesti della nuova avveniristica poltrona di Natuzzi, a Bari si lotta intorno alla big list.  La lista di chi è dentro e di chi è fuori dagli stabilimenti Natuzzi mentre quello di Ginosa resta la vittima designata di un piano di esuberi che taglia 1.506 posti di lavoro a cavallo tra Puglia e Basilicata.  Il triangolo del salotto diviene così molto più piccolo, concentrandosi tra Santeramo, Matera e Laterza e la cabina di regia rischia di saltare già dopo i primi incontri.  E’ muro contro muro tra azienda e sindacati con la prima che vorrebbe applicare in maniera unilaterale i criteri previsti dalla legge 223 del 1991 meglio nota come legge Biagi nel caso di licenziamenti collettivi.  Secondo fonti sindacali la Natuzzi punta sui “polivalenti”.  Giampietro Castano, funzionario del Ministero dello sviluppo Un lavoratore che secondo l’azienda sa svolgere più ma

NATUZZI / SI DECIDE LA LISTA DEGLI ESUBERI. CABINA DI REGIA IL 17 DICEMBRE A BARI

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QUOTIDIANO DI PUGLIA 11 DICEMBRE 2013 di Nicola NATALE Da una parte i 1506 esuberi della Natuzzi, dall’altra chi nella “centrale” di Santeramo in Colle fa gli straordinari. E’ questa la denuncia di Stefano Falcone che ha agitato le acque tra gli ex dipendenti dello stabilimento di Ginosa, l’unico ad essere chiuso nei 9 siti produttivi italiani dell’azienda con cuore pugliese e vocazione mondiale. Va detto che a fare gli straordinari sono solo i dipendenti commerciali del gruppo, e non da ora ma da ottobre. Immancabili sono rinate le proteste contro i rappresentanti sindacali che non hanno perso tempo ed hanno risposto per le rime a chi li accusa di incamerare immeritatamente le trattenute sindacali. Massimo Vasco, rsu fillea cgil stabilimento di Ginosa Il primo ad intervenire è stato Massimo Vasco, rappresentante fillea cgil dello stabilimento di Ginosa che ha stigmatizzato la scarsissima partecipazione alle iniziative sindacali: “ un mese fa abbiamo organi

NATUZZI TRA UNA SETTIMANA CHIUDE LO STABILIMENTO DI GINOSA. LE REAZIONI.

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Natuzzi lo stabilimento chiude il 14 novembre del 2013 QUOTIDIANO DI PUGLIA 8 NOVEMBRE 2013 di Nicola NATALE Un’era che si chiude. Sentire snocciolare il programma di chiusura dello stabilimento di Ginosa dà veramente il senso della gravità della crisi in atto.  Scetticismo, incredulità, alcuni ancora non credono che si possa essere espulsi da un’azienda leader mondiale nel campo dei divani in pelle.  Invece il reparto cucito chiuderà oggi, martedì sarà la volta dell’assemblaggio. Tra una settimana ci sarà l’ultimo giorno di produzione vera per lo stabilimento di contrada bandiera. Poi partirà l’inventario, comunicato ai sindacati, per evitare che la partenza di macchinari e forniture si traduca in nuove tensioni.  Massimo Vasco, rsu fillea cgil L’obiettivo dice Massimo Vasco, rsu dello stabilimento ginosino è “ che nessuno rimanga a terra, entro fine anno l’azienda compilerà la lista di chi rimane in Natuzzi ai sensi della legge 223, si saprà quanti avra

DALLA NATUZZI: "STIAMO LAVORANDO, MA STOP AL LAVORO NERO"

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di Nicola NATALE La tensione negli stabilimenti e tra i lavoratori Natuzzi è palpabile.  Le bacheche virtuali dei social network raccolgono gli sfoghi e le preoccupazioni dei lavoratori, a stento attutite dalla concessione di un ulteriore anno di cassa integrazione in deroga.  Anche per questo il gruppo di Santeramo in Colle, non si sottrae nel commentare gli esiti del primo incontro della cabina di regia.  Pasquale Natuzzi (ph katia simone) E’ lo stesso Pasquale Natuzzi a dire che “ abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti nella definizione degli impegni che le parti devono prendere per avviare la reindustrializzazione del distretto del mobile ”. Il presidente ed amministratore delegato ne ha approfittato per tornare sul tema del lavoro nero e della concorrenza sleale. Un tema che in passato lo ha visto contrapposto anche ad altri imprenditori dello stesso settore. Per   Natuzzi il rilancio del territorio passa da “ un incremento dell’incisività dei contro

NATUZZI. PENNA (CGIL) : "NIENTE INUTILI ALLARMISMI, SINDACO DE PALMA FUORI STRADA"

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Ginosa, la riunione del 31 ai cancelli della Natuzzi (ph erasmo mazzone) QUOTIDIANO DI PUGLIA 6 NOVEMBRE 2013 di Nicola NATALE   Esuberi Natuzzi, oggi a Roma prima riunione della cabina di regia per l’attuazione dell’accordo firmato il 10 ottobre scorso.  A smuovere le acque ci aveva pensato il sindaco di Ginosa chiedendo nei giorni scorsi di incontrare direttamente il presidente Natuzzi per chiedergli di ritardare la chiusura dello stabilimento.  Dopo di allora però nessuna risposta è giunta (almeno direttamente) dal quartier generale di Santeramo. Va detto che lo stesso Natuzzi aveva già risposto ad una precedente lettera del sindaco con cui gli si chiedeva di soprassedere.  Silvano Penna, segretario regionale fillea cgil Purtroppo che Ginosa dovesse chiudere “ lo si sapeva da quattro anni ” commenta amaro Silvano Penna, segretario regionale fillea cgil, uno dei sindacalisti che sarà a Roma per attuare con l’azienda quel piano tanti faticosamente raggiunt

DIVANI IN CRISI /IL SINDACO DI GINOSA CHIEDE DI INCONTRARE DI PERSONA PASQUALE NATUZZI.

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Natuzzi- Ginosa: l'incontro del cons.reg. Lospinuso, del sindaco Vito De Palma e dell'ass. al lavoro Mario Toma con alcuni operai all'uscita del turno pomeridiano (ph erasmo mazzone) di Nicola NATALE L’intento era quello di parlare agli operai Natuzzi all’uscita del loro turno.  Per far capire che la non-soluzione trovata per Ginosa non sta bene all’amministrazione comunale.  Ieri, presso lo stabilimento di Ginosa il sindaco Vito De Palma, il consigliere regionale Pietro Lospinuso e l’assessore al lavoro Mario Toma li hanno incontrati per ribadire la loro volontà di chiedere lumi sul futuro dello stabilimento di Ginosa.  In una parola di non arrendersi alla sua chiusura e di voler incontrare di persona l’imprenditore pugliese “ leader mondiale nel segmento dei divani in pelle ”.  Ma soprattutto di voler entrare nella cabina di regia che controllerà l’attuazione dell’accordo.  Una riunione di questa cabina è prevista per il prossimo 6 no

NATUZZI: "SOLIDARIETA’ SI, MA LO STABILIMENTO DI GINOSA VA CHIUSO". La risposta all'appello di De Palma.

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Pasquale Natuzzi, presidente ed amministratore del gruppo omonimo  QUOTIDIANO DI PUGLIA 25 OTTOBRE di Nicola NATALE Indietro non si torna, lo stabilimento di Ginosa chiude.  E’ lo stesso Pasquale Natuzzi a rispondere, una settimana dopo, al sindaco di Ginosa Vito De Palma che gli chiedeva di rinviare la chiusura dello stabilimento a seguito dell’alluvione.  “ Ma questa decisione non va in direzione di un disimpegno del gruppo nel territorio ” si affretta a chiarire il presidente del gruppo specializzato in divani e complementi d’arredo.  “ Ginosa ” aggiunge “ è parte integrante dell’economia del distretto, la chiusura prevista nel piano industriale fa parte di una serie di interventi finalizzati al rilancio del gruppo e alla salvaguardia dei lavoratori ”.  Ginosa, lo stabilimento Natuzzi chiuderà entro novembre 2013 Insomma chiudere Ginosa per salvare il resto sembra voler dire la lettera inviata da Natuzzi al primo cittadino De Palma.  Quest’ultimo gli

NATUZZI, CAUTO OTTIMISMO DEI SINDACI DE PALMA E LOPANE. I sindacati definiscono storico l'accordo ma c'è chi non ci sta.

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Natuzzi, lo stabilimento di Ginosa chiude  per effetto dell'accordo del 10 ottobre scorso QUOTIDIANO DI PUGLA 12 OTTOBRE 2013 di Nicola NATALE All’indomani dell’accordo le reazioni sono di moderato ottimismo.  Certo l’ufficializzazione della chiusura dello stabilimento di Ginosa è un ulteriore colpo ad una cittadina già provata dall’alluvione e da un quadro dell’economia già critico prima del disastro.  Né il sindaco di Ginosa Vito De Palma, né il suo collega di Laterza Gianfranco Lopane hanno potuto essere presenti alla firma dell’accordo al tavolo romano poiché impegnati nella prima fese della gestione delle emergenze legate al disastro naturale.  Ma l’attenzione è alta poiché Natuzzi, da queste parti, significa due stabilimenti, uno in contrada bandiera a Ginosa ed uno in contrada madonna delle grazie a Laterza con poco meno di mille persone che vi lavorano.  De Palma è chiaro nel dire che “ non è la soluzione auspicata, non ci soddisfa totalmente, ne

NATUZZI, SIGLATO IL PIANO DI SALVAGUARDIA. Per la prima volta in Italia la produzione "recliner".

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QUOTIDIANO DI PUGLIA 11 APRILE 2013 di Nicola NATALE Si chiude un capitolo storico per Natuzzi, la fabbrica di divani che esporta in 123 paesi il 90% del proprio fatturato. A chiarire uno dei punti chiavi interviene Vito Basile (corporate press office) per il quale “ non si tratta di lavoro che ritorna in Italia, di una una linea la recliner che era pensata per i mercati vicini alla Romania e per la quale per la prima volta si sono prodotte le condizioni per poterla produrre in Italia ”.  E’ questa una fase che illustra lo stile con il quale sono state condotte queste trattative serrate, mai perdendo d’occhio il mercato, le sue reali prospettive, sempre ancorate ad una secca se pur cruda pragmaticità.   Pur di fronte alle proteste veementi che hanno caratterizzato l’annuncio degli esuberi prima fissato a 1726 ed ora ridottisi al numero altrettanto imponente di 1506.  Con due stravolgimenti importantissimi rispetto a come si era delineata inizialmente la trattativ