LE DUE ITALIE DELLA ALLUVIONE. IL BLOCCO DELLA S.S.106 JONICA
dall'articolo apparso sul Quotidiano del 4 Novembre 2011
oggi gli aggiornamenti della situazione
riproduzione riservata
di Nicola NATALE
Il Comitato Terre Joniche blocca la SS106 per ottenere la messa in sicurezza degli argini del Bradano |
Ci sono ancora
due Italie.
Quella del Sud che per
farsi udire deve occupare la SS.106
e quella del Nord (Liguria e Toscana) che, pur duramente colpita, trova
mass media nazionali pronti e Governo disponibile.
A 8 mesi dallo straripamento del Bradano e dalle piogge
alluvionali del 1° Marzo che rischiarono di far finire sott’acqua i cittadini
di Marina di Ginosa e di Metaponto e lasciarono ingenti danni ci sono volute
decine di assemblee, di consigli comunali e persino scioperi della fame per far
slacciare i cordoni della borsa alla Regione.
Un milione e mezzo di euro
necessari perché il Governo accettasse di incontrare Vendola e l’assessore
regionale competente.
Somma complessiva, tutta disponibile - conferma l'assessore regionale Amati - che rinviene dal capitolo di
Protezione civile, ormai esangue, sulle emergenze (un milione) e da un'apposita
disposizione legislativa approvata nel luglio scorso (finanziata per 500.000
euro) per fronteggiare i danni alle infrastrutture pubbliche o di interesse
pubblico.
La somma non andrà direttamente al Comune di Ginosa ma a Franco
Gabrielli, Capo del Dipartimento di Protezione Civile perché la utilizzi
assieme a quanto il Governo Berlusconi riterrà opportuno stanziare.
La cifra
messa a disposizione dalla Regione Puglia assorbe quindi i primi 100.000 euro e
i 500.000 euro inizialmente promessi ma non erogati.
Il Sindaco De Palma ironicamente
si chiese due giorni fa se la Regione conoscesse il conto corrente del Comune
di Ginosa che finora ha liquidato fatture per 420.000 euro rischiando di
sforare il Patto di Stabilità e a cui restano sul groppone ancora 880.000 euro.
Ma il pugno di manifestanti non se la beve e continua ad oltranza il blocco
della Strada Statale 106 all’altezza del bivio per contrada Pantano.
Hanno
capito che finora non si parla affatto di risarcire i danni privati ma solo
delle misure per la messa in sicurezza del territorio e delle opere pubbliche e
quindi niente sgombero della SS106 alle 17 come concordato con le Forze
dell’Ordine.
Tutte lì, Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani, Stradale, Digos per
sedare gli animi sempre più insofferenti e delusi.
In mezzo a tutto questo, a
suo agio come un pesce nell’acqua, Gianni Fabbris, il leader, l’animatore ed
insieme il pompiere della protesta che ormai coinvolge un pugno di persone
disperate ed insieme determinate.
L'articolo del Nuovo Quotidiano di Puglia |
“Provate a spiegarglielo voi, sono esasperati” dice
Fabbris e racconta di quella volta in India quando Via Campesina, organizzazione di cui fa parte, lo mandò da un gruppo di contadini notevolmente
più arrabbiati.
Ma non siamo di fronte ad una categoria antropologica come si
tende a dire per sminuire le proteste.
Tra gli alluvionati di Marina di Ginosa
c’è l’Italia intera seduta su redditi
sempre più risicati e precari, su cui si abbattono anche le
calamità.
Ci sono i trattori
enormi che bloccano la 106 a testimonianza di un’altra crisi dimenticata,
quella dell’agricoltura. “Aspettiamo risposte definitive per la Puglia e la
Basilicata e solo quelle possono farci cambiare opinione” dice Fabbris.
Anche
perché le alluvioni di Liguria e Toscana hanno dimostrato che si poteva ovviare
alla regionalizzazione delle calamità pubbliche. Vale a dire alla norma del
decreto milleproroghe andata in vigore poco prima dell’alluvione che imponeva
alle Regione di risolvere da sole le proprie calamità.
Il sottosegretario
Gianni Letta investito dalla questione dagli stessi parlamentari jonici pare
stia cercando una soluzione, persa finora nel mare delle mille emergenze che
ormai attanagliano il Governo. Ma la risposta monetaria della Regione potrebbe
forse sbloccare qualcosa, intanto la notte fredda cala sui manifestanti.
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